Buongiorno, Simone.
La ringrazio per le sue parole.
Nel frattempo - seppure velocemente - ho controllato alcuni volumi di testimonianze in mio possesso...
In
Fronte Russo: c'ero anch'io - Volume 2° e in
Nikolajewka: c'ero anch'io (entrambi a cura di Giulio Bedeschi, il famoso autore di
Centomila gavette di ghiaccio) non ho trovato racconti di reduci che, all'epoca, fossero stati nell'organico dell'Ospedale da Campo n. 615.
Bedeschi fece un grande lavoro, raccogliendo i testi scritti da moltissimi protagonisti di quei giorni, creando un coro di voci che - al di là della sua specifica ricerca personale - potrebbe risultare per lei di grande interesse.
La serie
... c'ero anch'io comprende in realtà diversi volumi (relativi non solo agli svariati fronti di guerra in cui vennero impegnati i nostri militari durante il secondo conflitto mondiale, ma anche alla prigionia).
Per quanto riguarda la Campagna di Russia, il primo libro che ho menzionato poche righe sopra è inerente a testimonianze di reduci del Corpo d'Armata alpino, mentre il secondo dà spazio a chi prese parte alla famosa battaglia di Nikolaevka del 26 gennaio 1943 (divenuta simbolo della volontà irriducibile di tornare a casa).
Fronte Russo: c'ero anch'io - Volume 1° è invece una raccolta di testimonianze di militari appartenuti alle Divisioni di Fanteria: non dobbiamo mai dimenticare che in Russia non vi erano solo gli alpini, e che le Divisioni di Fanteria suddette sperimentarono - in modo particolare durante il ripiegamento, iniziato per esse un mese prima rispetto alla data in cui il CdA alpino cominciò ad arretrare - situazioni e drammi simili, seppure su itinerari diversi.
Anzi, le Divisioni Celere, Pasubio e Torino (più altri reparti) erano al Fronte Orientale dal luglio 1941 e avevano sulle spalle già un anno di campagna bellica, quando le Unità alpine giunsero in Russia.
Ho consultato inoltre la mia (foto)copia del volume Catanoso/Uberti - cui avevo accennato nel mio post precedente - riscontrando che il Quadro di Battaglia specifico della Divisione Cuneense non menziona - per quanto riguarda i Servizi di Sanità divisionali - l'O.C. 615 (allego di seguito una scansione).
Avevo notato, se ricorda, la medesima lacuna nel Quadro di Battaglia dell'Armata italiana in Russia (a cura USSME - Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Esercito).
Ma il libro Catanoso/Uberti cita poi l'Ospedale da Campo n. 615 in una pagina che illustra la composizione delle due colonne principali della Cuneense in ripiegamento (di seguito, allego scansione della pagina).
Come si legge, l'O.C. 615 mosse verso ovest insieme alla colonna di sinistra (quella, cioè, che guardando una cartina procedette più a sud rispetto alla colonna di destra... si parla di
destra e di
sinistra immaginando di guardare verso ovest avendo il fiume Don alle spalle); in tale colonna di sinistra si trovava anche il generale Emilio Battisti, comandante la Divisione. Questo documento è di interesse perché ci dice che l'Ospedale da Campo - almeno al momento di ripiegare - era sotto il comando del capitano medico dottor O. Chiappina.
Nel volume, tuttavia, mi sembra non vi siano dettagli riguardanti l'Ospedale in questione... mi spiace.
Qualche tentativo ulteriore nel web per avere una qualsiasi conferma mi ha fatto giungere al nome di battesimo del capitano medico (Oscar Gino).
A questo punto ho consultato l'elenco caduti e dispersi del sito U.N.I.R.R.: il dottor Oscar Gino Chiappina risulta disperso dal 31.12.1942.
Questa verifica mi ha permesso di accertare che anche per il suo familiare è presente la stessa data di dispersione.
Quando le avevo risposto la prima volta avevo letto - nel suo commento - la data del 31.01.
42 e avevo (ahimè, troppo sbrigativamente) ipotizzato un errore di battitura pensando che lei avesse già controllato l'elenco online disponibile in questo sito... e che tale elenco mostrasse la data del 31.01.
43; peraltro - come le avevo detto - tale data di dispersione è davvero molto comune per gli appartenenti al Corpo d'Armata alpino di cui non si conosce la sorte.
Mi scuso per l'equivoco.
I dettagli disponibili nell'elenco caduti e dispersi del sito U.N.I.R.R. sono stati desunti da dati Mindifesa (che nel frattempo ha aggiornato il proprio data-base e che per molti militari - la cui data di dispersione era in precedenza il 31 dicembre 1942 - ora indica il 1° gennaio 1943).
In ogni caso sia il 31 dicembre 1942, sia il 1° gennaio 1943 - come date - lasciano purtroppo il tempo che trovano e sono - forse - da riferirsi a un ultimo appello ufficiale prima di lasciare le linee (o meglio, all'ultimo documento ufficiale pervenuto in Italia che elencava i presenti nel reparto al 31 dicembre 1942).
Se il dottor Chiappina iniziò a ripiegare con l'Ospedale da Campo n. 615 il 17 gennaio 1943, è chiaro che le date del 31 dicembre/1° gennaio perdono validità.
Quando si parla di Campagna di Russia procedere per ipotesi è sempre pericoloso... ma può essere benissimo - per analogia - che anche il suo congiunto fosse vivo alla data del 17 gennaio 1943. In tal caso Deglause ebbe modo di iniziare il ripiegamento.
Dei 36 caduti e dispersi dell'Ospedale da Campo 615 (che emergono dall'elenco di questo sito), 13 risultano ufficialmente scomparsi dal 31 dicembre 1942.
Per 7 militari soltanto (su 36) il Ministero della Difesa ha potuto accertare il decesso in prigionia.
L'elenco ci dice che il dottor Chiappina era originario di Camaiore, in provincia di Lucca.
Da un controllo velocissimo nelle Pagine Bianche online emerge una sola persona, a Camaiore, con lo stesso cognome.
Per motivi di privacy non posso indicare qui dettagli in merito, ma è una verifica che può fare lei stesso.
Non vi è certezza, ovvio, che questa persona sia un familiare dell'ufficiale medico disperso al Fronte Russo... ma al suo posto un tentativo lo farei.
Magari sarà un buco nell'acqua, ma provare non costa nulla... né si dovrebbe mai escludere nulla, soprattutto quando gli appigli possibili sono così pochi.
Infine... può essere che presso l'Archvio USSME (a Roma) vi sia materiale inerente all'Ospedale da Campo 615.
Alcune info utili per rivolgersi a tale Archivio sono presenti nella
Guida per le ricerche di cui le avevo già parlato.
A lei la scelta di interpellare o meno l'Archvio USSME, una volta superata l'emergenza sanitaria attuale.
Cordiali saluti.
Patrizia