× Richieste di aiuto nelle ricerche

Presentazione e ricerca notizie - Luciano Carnevali - 120° Rgt. Artiglieria

01/11/2015 11:10 #1 da Arduini Luciano
Buon giorno a tutti
mi chiamo Luciano e sono il pronipote materno di un caduto in Russia, dato per disperso fino al 1992 quando in novembre dello stesso anno, è arrivata la classica lettera dal Ministero della Difesa con l'annuncio della data e del luogo di decesso. Il fratello del nonno materno si chiamava Carnevali Luciano di Alessandro, nato a Castellucchio prov. di Mantova il 20-03-1910, appartenente al 120° RGT Artiglieria Motorizzata, II gruppo VI batteria, deceduto il 20-04-1943 nel campo ospedale di Fosforitnj.
Per tutta la vita mio nonno mi ha raccontato di suo fratello partito per la Russia e non più ritornato senza mai avere notizie certe della sua sorte ed è morto prima dell'arrivo della lettera su menzionata. Ora che sono finalmente libero dal lavoro voglio avere più notizie possibili e precise riguardo agli ultimi mesi di vita del mio congiunto.
Dallo studio del foglio matricolare risulta disperso dal 17-02-1943 durante la battaglia di Pawlograd, ultimo combattimento sostenuto sul fronte russo da reparti italiani, catturato dalle forze armate russe il 16-04-1943, internato nell'ospedale n. 3007 Fosforitnj ove risulta deceduto il 20-04-1943.
Della battaglia di Pawlograd ho trovato un ampio riscontro nel libro di Papuli, "Il labirinto di ghiaccio" dove appunto si racconta del sacrificio di 630 uomini in una azione disperata per ritardare l'avanzata del nemico. Purtroppo in quell'occasione, quel che restava della VI batteria del 120°, fu completamente annientata.
Io conservo gelosamente una cartolina inviata da mio zio il giorno 13-02-1943 cioè 4 giorni prima che avvenisse la battaglia citata, dove raccontava di stare bene e pregava ogni giorno con la speranza di tornare a casa.
Sono perplesso perchè ritengo non coerente la data di cattura rispetto alla data di dichiarazione di irreperibilità, inoltre mi chiedo il motivo del suo invio in un campo ospedale, appunto Fosforitnj a così grande distanza dal luogo della probabile cattura.
Ho inviato richiesta, tramite email, ai Memoriali Russi, come suggerito dal vostro sito, del fascicolo del prigioniero senza ottenere ad oggi alcuna risposta.
Se foste in grado di darmi qualsiasi chiarimento o spiegazione in merito vi sarei molto grato.
Ringrazio per l'attenzione e porgo cordiali saluti.
Luciano Arduini

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02/11/2015 08:31 #2 da DARIO
Solo in merito al campo ospedale Fosforitnj, tempo fa se ne era parlato in una discussione.
Ecco il link: www.unirr.it/forum/richieste-di-aiuto-per-ricerche-di-militari/82-campo-ospedale-osp-3007-fosforitnyj
Ringraziano per il messaggio: Patrizia Marchesini, Arduini Luciano

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02/11/2015 12:00 #3 da Arduini Luciano
Riguardo al campo 3007 Fosforitnj so dove si trova ed Onorcaduti mi ha anche già inviato delle foto e descrizione del luogo, purtroppo non esiste in quel luogo nessun cippo commemorativo a causa del terreno paludoso e non è possibile riesumare le salme dei caduti perchè inumati in fosse comuni insieme a militari di altre nazionalità. Mi chiedevo quale fosse il motivo di scelta di un campo rispetto ad un altro e da quale campo fosse giunto il mio congiunto prima di approdare a Fosforitnj, mi rendo conto che non avrò mai risposta a questi interrogativi a meno di una risposta da parte dei Memoriali Russi.
Aggiungo che dalla lettura del libro " Il labirinto di ghiaccio" e confrontando i dati del foglio matricolare, ho desunto che mio zio, nell'ultimo periodo, prima della cattura ha fatto parte della cosidetta "Colonna Carloni".
Luciano

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06/11/2015 23:00 #4 da Patrizia Marchesini
Buonasera, Luciano.

Mi spiace averla fatta attendere un pochino, ma è stata una settimana impegnativa.
Le sue ricerche mi sembrano accurate.
Mi ha commosso, oltre alla sorte del prozio Luciano (non credo sia un caso che portiate lo stesso nome), il fatto che abbia citato Gino Papuli. Fu il primo reduce che ebbi il coraggio di contattare, parecchi anni fa. Una persona speciale, di grande cultura ma - soprattutto - di straordinaria umanità.
Il libro di Gino, Il labirinto di ghiaccio, non è molto conosciuto, ma meriterebbe maggiore diffusione e, nel mio piccolo, cerco di dargli visibilità il più spesso possibile.
Intanto è scritto benissimo. Ma lo ritengo importante perché racconta in modo piuttosto dettagliato le vicende della cosiddetta Colonna Carloni che – come lei stesso ha sottolineato – fu l'ultimo reparto italiano a sostenere un combattimento in Unione Sovietica, a Pavlograd, appunto.
Gino Papuli, sfortunatamente, non c’è più: è morto nel giugno 2008.

Veniamo al suo prozio. Anche a me lascia perplessa la data iniziale di irreperibilità – il 17 febbraio 1943 – abbinata alla data di cattura menzionata nella documentazione del suo prozio: cosa avrebbe fatto dai giorni di Pavlograd al 16 aprile?
Stiamo parlando di un buco di due mesi.
Un’ipotesi? Luciano era ferito, oppure congelato, e trovò accoglienza presso la popolazione locale.
Questo accadde ad alcuni nostri soldati che tuttavia – presto o tardi – finirono in ogni caso nei campi di prigionia: la gente ucraina o russa sapeva bene il rischio che avrebbe corso nell’aiutare il nemico e, quindi, un eventuale aiuto sarebbe potuto essere solo temporaneo. Vi sono alcune testimonianze, al riguardo.
Dopo che la linea del fronte si fu spostata verso ovest, a chi fra i nostri soldati aveva trovato riparo presso qualche famiglia locale perché (ferito o congelato) non era riuscito a seguire le colonne in ripiegamento, toccò in sorte – in tempi abbastanza brevi – la prigionia che, purtroppo, per moltissimi ebbe epilogo tragico.

Ripeto. Si tratta di un’ipotesi. Ma potrebbe trattarsi anche di un errore di trascrizione. Mi spiego. Potrebbe essere che Luciano fosse caduto prigioniero il 16 febbraio 1943, o nei giorni immediatamente precedenti o successivi i fatti di Pavlograd...
Anche perché il campo ospedale n. 3007 – come lei ha evidenziato – si trovava piuttosto lontano e mi sembra improbabile che, tenendo buona come data di cattura il 16 aprile, lui avesse raggiunto Fosforitnyj, fosse stato registrato dalle autorità del campo e ne fosse stato annotato il decesso nel giro di soli quattro giorni dal momento della cattura stessa.

Insomma, ci sono dei buchi temporali che – come lei intuisce – difficilmente potranno essere chiariti.
Non sono in grado neppure di dirle con quale logica i prigionieri venivano destinati presso questo o quel campo. Forse dipendeva da quali linee ferroviarie fossero libere e disponibili in un determinato momento.
Certo, alcuni campi – Tambov e Uciostoje, oppure Nekrilovo o Hrenovoe... tanto per citarne alcuni – furono per moltissimi prigionieri italiani la destinazione iniziale (per gran parte di essi fu anche la destinazione definitiva, purtroppo), in quanto essi erano dislocati tutto sommato nelle vicinanze della linea del fronte e risultavano più facilmente raggiungibili (per modo di dire, considerate le vicissitudini affrontate dalle colonne di prigionieri).
Chissà poi se Luciano passò per qualche altro campo, prima di terminare i suoi giorni a Fosforitnyj.
Non so darle questa informazione ma mi auguro che i Memoriali Militari le spediscano il fascicolo di prigionia e che esso contenga il maggior numero di dettagli possibile.
L’ente russo riceve molte richieste, anche dai parenti di militari di altre nazionalità per cui in media occorre un mesetto per ricevere una risposta.
Di solito si fanno vivi in ogni caso, anche per comunicare di non avere trovato documentazione sul militare in questione.
Le chiedo se ha utilizzato un account gmail: molti lo consigliano, perché sembra offrire maggiori garanzie di ricezione.

Per il momento mi fermo.

Cordiali saluti.

Patrizia

P.S.1
Dario, altro utente del forum, le ha indicato il link per accedere ad altra discussione riguardante Fosforitnyj. Ha avuto modo di dare un’occhiata anche alla relativa mappa ?

P.S.2
Ha visto - nel presente sito - l'articolo che rimanda al libro fotografico di Fortunato Pagano , furiere del III Gruppo del 120° Reggimento Artiglieria?
Ringraziano per il messaggio: Arduini Luciano

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07/11/2015 09:24 #5 da Arduini Luciano
Gentile Patrizia
la ringrazio vivamente per l'esauriente risposta che mi ha inviato.
Come ha notato in effetti mia madre, unica persona rimasta vivente ad aver conosciuto lo zio, mi ha chiamato con lo stesso nome, a testimonianza del ricordo sempre vivo e di quanto dolore abbia provocato il non ritorno di Luciano dalla Russia senza più aver notizie per moltissimi anni.
Anche Onorcaduti, da me interpellati in settembre del corrente anno, formulano l'ipotesi dell'errore di trascrizione ma confermano data di decesso e luogo di sepoltura. Ma se c'è stato un errore nella trascrizione della data di cattura, posso ritenere certi tutti gli altri dati come appunto data e luogo di morte? Il fascicolo ricevuto dalle autorità russe che attesta i dati del mio congiunto, può essere consultato da un parente o è ad uso esclusivo del Ministero della difesa? Mi trovo nella condizione di accettare per vere le notizie inviatemi a suo tempo che però potrebbero contenere degli errori, insomma la situazione mi lascia perplesso.
Il mio più grande desiderio sarebbe quello di poter recarmi nel luogo di sepoltura per deporre almeno un fiore, anche si tratta di fossa comune ma prima, voglio avere la certezza assoluta che il luogo comunicatomi sia esatto.
L'unica speranza a questo punto è di ricevere risposta appunto dai Memoriali Russi ai quali mi sono rivolto da un account gmail in agosto e il 23 ottobre u.s., quindi saremmo ancora dentro il tempo medio necessario per la risposta.
Ho visto le foto e la mappa suggerite da Dario, sembrerebbe un posto così bello e tranquillo, lontanissimo dalla sofferenza e patimenti che l'ha visto protagonista.
Non ho ancora consultato l'articolo riguardante Fortunato Pagano ma lo farò immediatamente.
La ringrazio ancora per il tempo e l'attenzione che mi ha dedicato.
Cordiali saluti
Luciano

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07/11/2015 12:25 - 24/12/2015 00:42 #6 da Patrizia Marchesini
Caro Luciano,

comprendo i dubbi e le perplessità e mi auguro davvero che riceva quanto prima risposta dai Memoriali, per avere maggiore chiarezza.

In quanto al Ministero della Difesa, non credo che - a tutt'oggi - sia in possesso di copia dei singoli fascicoli di prigionia, come si evince anche da un testo a cura di Carlo Vicentini, all'epoca giovane ufficiale del Battaglione Alpini Sciatori Monte Cervino, sopravvissuto alla prigionia (il dottor Vicentini, classe 1917, è tuttora vivente).

Ciò su cui si basa il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, nel tentativo di identificare come morti in prigionia quanti risultano ancora oggi scomparsi, è costituito da elenchi in cirillico con i nominativi dei prigionieri di guerra catturati dai Sovietici.
Negli anni passati Carlo Vicentini ha collaborato - unitamente a un altro ufficiale reduce, Paolo Resta (ormai deceduto) - con il Ministero della Difesa nella traduzione-traslitterazione del materiale documentale fornito negli anni '90 dal Governo Russo al nostro Governo.
La rimando al testo suddetto, che ritengo di grande interesse in quanto evidenzia le grandi difficoltà legate alla traslitterazione.

Tuttavia - nonostante i dubbi condivisibili - a conferma di quanto le ha riferito Onorcaduti di recente bisogna dire che gli elenchi o tabulati riportano di solito con una certa chiarezza sia la data sia il luogo del decesso, anche se molto spesso mancano altri dettagli che aiuterebbero ad abbinare in modo inequivocabile quel determinato nome in cirillico a quello di un nostro scomparso al Fronte Orientale.
Credo, in ogni caso, che potrebbe richiedere al Commissariato Generale la scansione della pagina di elenco o tabulato su cui compare il nome di Luciano, in modo da verificare lei stesso cosa vi è indicato, magari con l'aiuto di qualcuno che conosce il cirillico.

In merito a un suo viaggio, la capisco: sono a mia volta nipote di uno scomparso e se sapessi con certezza dove riposano i resti del nonno, non esiterei un attimo a partire.

Cordiali saluti.

Patrizia
Ringraziano per il messaggio: Arduini Luciano

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