Buongiorno, Vittoria.
Ho aggiunto alla scheda di dettaglio di Aldo la concessione della Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Grazie per avere riferito questo particolare importante.
Ho letto la motivazione della concessione della medaglia; da essa si desume che il capitano Tiozzo era al Fronte Orientale già nell'estate 1941: nel luglio di quell'anno, infatti, la Divisione Pasubio aveva lasciato l'Italia, unitamente agli altri reparti che costituivano il C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia).
L'episodio della grave ferita alla gamba - che verosimilmente potrebbe avere provocato la morte del suo congiunto - potrebbe essere accaduto ad Arbuzovka, o nel tentativo di sganciarsi da tale località (la motivazione della concessione menziona Arbusowa, che è uno dei modi in cui il nome della località medesima è stato traslitterato). In tale conca i reparti del cosiddetto Blocco Nord, in ripiegamento da alcuni giorni, subirono un breve ma sanguinoso assedio che provocò perdite tali da fare ricordare Arbuzovka come la Valle della morte.
Nell'intervista a Enzo Luongo vi sono alcuni accenni significativi ad Arbuzovka (tra l'altro, per il proprio comportamento l'ingegner Luongo - insieme a un altro ufficiale - venne decorato di Medaglia d'Argento "sul campo"... la decorazione, cioè, gli fu conferita pochissimo tempo dopo quanto accaduto nella Valle della morte).
Se desidera farsi un'idea della dislocazione della Pasubio subito prima del ripiegamento e dell'itinerario seguito da parte della Divisione durante il ripiegamento medesimo, può consultare la Sezione Immagini (Cartografia-Fanteria) disponibile in questo sito.
L'immagine A11 mostra la posizione di Arbuzovka rispetto al fiume Don.
Purtroppo è lecito ipotizzare che la ferita alla gamba (asportata da un colpo di mortaio) avesse provocato il decesso di Aldo in breve tempo.
Anche se ho letto che - a causa del freddo molto intenso - le emorragie potevano anche arrestarsi temporaneamente, è indubbio che una mutilazione simile avrebbe comunque richiesto un intervento più che sollecito.
Temo che, anche supponendo che i Sovietici lo avessero trovato ancora in vita, non si sarebbero occupati - in tali circostanze - di fornirgli cure e medicazioni adeguate.
Sappiamo anzi che nelle fasi concitate successive al termine di una battaglia, ma anche a seguito delle formazioni di colonne di prigionieri (che per lo più vennero indirizzati nelle retrovie del fronte a piedi, con quelle che oggi vengono ricordate come marce del davai), i prigionieri che non erano in grado di proseguire in modo autonomo vennero in gran parte eliminati dall'Armata Rossa o da chi venne preposto a scortare le colonne suddette.
Occorre sottolineare che, dopo le marce del davai, gran parte dei prigionieri dovette affrontare anche terribili trasporti in treno: gli uomini viaggiarono ammassati nei vagoni... acqua e cibo vennero distribuiti in maniera che definire sporadica è un eufemismo... l'assistenza sanitaria fu del tutto assente.
Considerato tutto ciò, temo vi siano possibilità davvero esigue di trovare una qualsiasi documentazione relativa ad Aldo presso i Memoriali Militari di Mosca... anche perché la registrazione dei dati anagrafici dei catturati si svolse a seguito dell'arrivo dei prigionieri nei campi cui vennero destinati.
In ogni caso, può comunque fare un tentativo - se lo desidera - presso l'ente russo.
Il numero di matricola di Aldo è di certo specificato nel suo Foglio Matricolare e nello Stato di Servizio.
Nelle mie risposte precedenti avevo menzionato l'Archivio di Stato di Verona perché mi era parso di capire che - pur essendo originaria di Chioggia - la famiglia si fosse poi trasferita a Verona.
Anche se Aldo era nato a Chioggia, se al momento dell'inizio della sua carriera militare si trovava a Verona, per il Foglio Matricolare occorre fare riferimento a quest'ultima città.
Su come procurarsi lo Stato di Servizio, invece, le avevo già suggerito di consultare l'opportuna sezione della Guida per le ricerche.
Un saluto.
Patrizia
P.S.
Un libro - reperibile con facilità - in cui si parla dell'assedio di Arbuzovka è I più non ritornano di Eugenio Corti.