Il libro cui ho accennato poc'anzi ci dice che furono ben cento i caduti e dispersi di Fossano, appartenenti alla Divisione Cuneense, che non fecero ritorno dal Fronte Orientale.
L'elenco caduti e dispersi disponibile in questo sito riporta 129 nominativi di militari nati a Fossano (di questi una ventina, se ho contato bene, non era assegnata a reparti della Cuneense, quindi ciò che riferisce il volume corrisponde numericamente - più o meno - a quanto emerge dall'elenco)...
[Colgo l'occasione, già che ci sono, per segnalare che l'elenco menziona - come nome di battesimo del suo prozio - soltanto Giovanni, e non Giovanni Battista. Anche il data-base online del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti indica solo il nome Giovanni... e siccome l'elenco U.N.I.R.R. è stato desunto dal suddetto data-base, immagino che la mancanza della seconda parte del nome (Battista) nell'elenco U.N.I.R.R. sia riconducibile a ciò.]
Il volume già menzionato descrive inoltre la composizione delle due colonne principali di ripiegamento della Divisione Cuneense (alla data del 17 gennaio 1943, quando - appunto - l'intero Corpo d'Armata alpino iniziò ad arretrare verso ovest).
Il Gruppo Mondovì mosse con la colonna di destra (quella, cioè, che immaginando di avere alle spalle il fiume Don procedette più a settentrione rispetto alla colonna di sinistra). Tale colonna includeva il Comando del 1° Reggimento alpini e altri reparti (per esempio i Battaglioni Ceva e Mondovì, quest'ultimo di fanteria alpina e omonimo del Gruppo Artiglieria di Testui).
Se si parla di Divisione Cuneense non si può non prendere in esame la battaglia di Novopostojalovka (20 gennaio 1943), che provocò perdite gravissime ai reparti coinvolti, nel tentativo di aprirsi la strada verso la salvezza.
Il libro descrive in dettaglio gli scontri susseguitisi per ben trenta ore.
Di seguito alcuni stralci...
"L'attacco guidato personalmente dal ten. col. Avenanti aveva inizio verso le cinque del mattino [del 20 gennaio] nel buio più profondo, senza preparazione di artiglieria per agire di sorpresa ed anche perché i pezzi del Conegliano [gruppo artiglieria della Divisione Julia] già schierati e orientati, avrebbero dovuto agire contro carri armati nemici eventualmente svelatisi nel corso dell'attacco, mentre il Gruppo Mondovì non aveva ancora potuto prendere posizione."
[...] "presto i russi in forze scatenavano un consistente concentramento di fuoco di artiglieria e mortai sulle basi di partenza del [Battaglione] Ceva e sulle posizioni del Gruppo Mondovì; e gli alpini erano costretti alla più strenua difensiva: consci che nella lotta è in gioco la possibilità di proseguire il ripiegamento e di far ritorno all'amore dei propri cari [...], resistono rabbiosamente in posto.
E' ormai un continuo susseguirsi di attacchi da parte dei russi che, più forti, sono ormai certi di potere piombare su tutta la colonna che intravedono distintamente dietro lo strenuo velo difensivo del [Battaglione] Ceva e del Gruppo Mondovì."
[...] "Gli artiglieri del Gruppo Mondovì, nell'ansia di agevolare l'azione dei commilitoni, trasportano a braccia i pezzi avanti agli alpini e sparano a zero sulle ondate nemiche fino a quando qualche carro non giunge a schiacciarli."
[...] Poi, verso le 9.30-10.00 [del 20 gennaio] il collegamento radio cessò improvvisamente e non fu più possibile riprenderlo per tutta la durata del ripiegamento. Giudicando a posteriori e senza l'ausilio di una inoppugnabile documentazione è però da rilevare che proprio nel momento del collegamento radio le Divisioni Vicenza e Tridentina erano in saldo possesso delle posizioni che, per brevità, definiamo di Postojalyj.
E' ora fuori discussione che queste due Divisioni avevano avuto agevolato il loro compito proprio perché a Novopostojalovka i resti della Julia e la Divisione Cuneense avevano inchiodato le truppe mobili avversarie, non consentendo loro di accorrere verso nord.
Ma è altrettanto evidente che a quell'ora Vicenza e Tridentina potevano a loro volta convergere a prò della Cuneense.
Mancò allora, causa il deficiente collegamento radio, la possibilità di coordinare le sanguinose azioni in atto, cosa che indubbiamente avrebbe evitato tra l'altro l'inutile sacrificio di gran parte della Cuneense e dei resti della Julia davanti a Novopostojalovka."
[...] "Cade accanto ai suoi pezzi il capitano Alessandro Calanchi (Medaglia d'Argento) del Gruppo Mondovì; lo segue nell'estremo sacrificio il capitano Giuseppe Cassone (Medaglia d'Argento) dello stesso Gruppo, così come il capitano Silvio Sibona (Medaglia d'Oro), che visti distrutti i suoi obici e mortai, o feriti gran parte dei suoi artiglieri, benché ferito a sua volta cercava di immobilizzare un carro armato avversario lanciandoglisi contro armato di bombe a mano e gridando 'L'11ª Batteria muore sui pezzi ma non si arrende...'
Il suo esempio viene seguito dal sottocomandante, tenente Giulio Siracusa (Medaglia d'Oro) e dal sergente maggiore Michele Filippini (Medaglia d'Oro)."
[...] "Nelle mischie furibonde che fin verso le ore 11.00 si susseguono senza tregua si distinguono ancora il sottotenente G.B. Orlando della 101ª Compagnia Armi Accompagnamento, il tenente Cocito e il sergente Franco Siccardi del Gruppo Mondovì [...] E poi tanti e tanti altri umili eroi che è impossibile ricordare!"
[...] "In oltre trenta ore di lotta accanita erano rimasti pressoché distrutti (oltre all'8° [Reggimento] alpini della Julia), i Battaglioni Ceva, Mondovì, Saluzzo, Borgo San Dalmazzo e il Gruppo [Artiglieria] Val Po della Cuneense. [...] E' stato giustamente rilevato (cfr. Storia delle truppe alpine, pagina 1529 e pagina 1543) che la battaglia di Novopostojalovka, durata pressoché ininterrottamente per circa trenta ore, per quanto sia stata la più dura, la più lunga e cruenta di quelle combattute dalle quattro Divisioni del Corpo d'Armata alpino in terra di Russia - quindi, assai più lunga di quella di Nikolajevka - non ha avuto la giusta risonanza che invece merita [...]."
In seguito il volume descrive lo sganciamento dei resti dei reparti e il proseguire del ripiegamento, fino al tragico epilogo di Valujki, dove moltissimi della Divisione Cuneense vennero catturati.
Spero riesca a procurarsi tale volume che - sebbene in toni a volte retorici, secondo l'uso dell'epoca - offre un quadro alquanto esaustivo degli eventi in cui fu coinvolta la Divisione... Poi, come le ha consigliato Maurizio, una verifica all'elenco bibliografico disponibile nel sito U.N.I.R.R. le consentirà magari di reperire titoli specifici sul Gruppo Mondovì.
Cari saluti.
Patrizia