Salve, Francesco.
Mi spiace averla fatta attendere, ma avevo visto che Maurizio Comunello - che ringrazio - le aveva fornito qualche chiarimento importante...
Dunque.
Gennaro Matarazzo e Antonio Calvieri (Reggimento Savoia Cavalleria) non risultano nell'elenco caduti e dispersi del sito U.N.I.R.R., e nemmeno nella banca-dati del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti... per cui - come ha ipotizzato Maurizio - dovrebbero essere entrambi sopravvissuti alla Campagna di Russia (mi sembra che nei suoi due post non abbia confermato o meno questo dettaglio importante).
In ogni caso la documentazione dei singoli militari (siano essi caduti, dispersi, o rientrati dopo il ripiegamento o la prigionia) resta di pertinenza del Ministero della Difesa e noi possiamo fare conto soltanto su ciò che i familiari decidono di condividere in questo forum (o tramite mail).
Tra i volumi inclusi nel corposo elenco bibliografico disponibile in questo sito (di cui Maurizio le ha suggerito la consultazione), segnalo in modo particolare:
. G. Vitali,
Sciabole nella steppa, Mursia Editore, Milano, 1976
. G. Vitali,
Trotto, galoppo, caricat, Mursia Editore, Milano, 1985
. L. Lami,
Isbuscenskij– L’ultima carica, Mursia Editore, 1970
Il libro di Lucio Lami è in stile giornalistico, di lettura scorrevole, con diversi aneddoti.
Al link seguente ne trova la recensione:
www.unirr.it/recensioni/46-lucio-lami-isbuscenskij-l-ultima-carica
Le due pubblicazioni di Giorgio Vitali, invece, documentano in modo più asettico e militare l'operato di Savoia e del Raggruppamento Truppe a Cavallo (a volte abbreviato in
RaC), che dai primi mesi del 1942 riunì i due Reggimenti di Cavalleria - Savoia e Novara - e il Reggimento Artiglieria a Cavallo in un reparto mobilissimo e di pronto impiego, creato su imitazione di analoghe Unità sovietiche.
[Nota: tutti e tre i Reggimenti avevano lasciato l'Italia nell'estate 1941, ed erano nell'organico della Divisione Celere, una delle tre Grandi Unità - insieme alle Divisioni Pasubio e Torino - che facevano parte del Corpo di Spedizione Italiano in Russia.
Dal 1° novembre 1942 il Reggimento Artiglieria a Cavallo fu posto a supporto del Corpo d'Armata alpino e i suoi tre Gruppi avrebbero poi seguito le fasi di ripiegamento delle Divisioni Vicenza e Cuneense.
Savoia e Novara, invece, con l'arrivo dell'autunno e del freddo - parliamo sempre del 1942 - vennero dislocati nelle retrovie, ma alcune aliquote - appiedate - di entrambi i reggimenti avrebbero poi supportato a loro volta il Corpo d'Armata alpino, condividendone anch'esse il ripiegamento.
Il grosso di Savoia e Novara arretrò (rispettivamente da Nikitovka e Nikolaevka) con i cavalli e anche se quegli uomini non dovettero affrontare scontri con l'avversario, sono intuibili le difficoltà connesse al procedere con i cavalli in pieno inverno russo.]
In questo sito - se lo desidera - è disponibile l'intervista a Pio Bruni, allora sottotenente del 5° Squadrone Mitraglieri di Savoia Cavalleria.
Ecco il link per visualizzare l'articolo:
www.unirr.it/testimonianze/94-intervista-a-pio-bruni
Mi riprometto di aggiungere non appena possibile qualcosa riguardo allo zio Guido... la cui storia travagliata non può non commuovere.
Un saluto.
Patrizia