Buonagiornata a tutti,
sono Luigi Nicolini e sto cercando informazioni circa le località della Russia dove fu inviato al fronte mio padre, Nicolini Pietro, classe 1915, deceduto nel 1992.
Dei suoi pochi racconti, che ascoltavo quand’ero un ragazzino ed il suo animo risentiva ancora di quelle tristi vicende, oggi purtroppo non ricordo molto, se non i riferimenti alle dure marce forzate della ritirata sulla neve, e alla miseria, toccata con mano, della povera gente che viveva in quei villaggi dove, qualche notte, veniva accolto dentro un’isba.
Mi piacerebbe sapere qualcosa in più riguardo ai luoghi dov’è stato. Dal suo Foglio Matricolare, del quale allego una copia, non è dato conoscere granché.
Ricordo che parlava della sua condizione di richiamato sotto le armi e della partenza da Alba (CN) per la Russia, quand’era estate.
Cercando nel Vs sito (Risorse → Bibliografia → IV BattaglioneChimico), ho trovato a pag. 2 che esiste un libro: Prigioniero di guerra, di Mario Ponte, Ibiskos Editrice Risolo, edito nel 1991, che pare, purtroppo, non più disponibile (da ricerche on-line effettuate con: Titolo, Autore, Casa Editrice).
Però, sempre cercando on-line, ho trovato questo sito:
www.artugna.it/Cronaca/Ponte_Mario/Ponte_Mario.php dove si parla di Mario Ponte e dal quale ho scaricato la copertina del libro sopra citato, nonché la pagina iniziale del “Diario di guerra” dello stesso Mario Ponte, che allego.
Da questi documenti risulta che il Sottotenente Mario Ponte, arruolato nel IV Battaglione Chimico “A”, Compagnia Lanciafiamme (credo si trattasse dello stesso Battaglione in cui era arruolato mio padre), era partito da Alba (CN) il 20 giugno 1942, la stessa data di partenza per la Russia di mio padre, come risulta dal suo Foglio matricolare. Ecco allora che anche la partenza di mio padre da Alba, presente nei miei ricordi di quand’ero ragazzino, torna a coincidere con quanto reperito.
Ma, purtroppo, non so andare oltre.
Vi sarei pertanto molto grato se, con la vostra vastissima esperienza e conoscenza, poteste indicarmi le località dove il IV Battaglione Chimico, partito all’inizio dell’estate del 1942, ha partecipato alla Campagna di Russia.
Come si evince dal Foglio Matricolare, mio padre rientrò in Italia nella tarda primavera del ’43 ma, ancora una volta, non so in quale località fosse acquartierato (presumo
la stessa dove fu catturato dai tedeschi). E qui si apre un’altra parentesi: fu catturato ed internato in Germania – da dove fece ritorno nel luglio ’45 –, “ospite” non si sa dove, se in un campo di prigionia (Stalag o Stammlager) o in un campo esterno detto anche commando di lavoro (Arbeitskommando), oppure in un campo secondario
o ausiliare (Zweiglager) – il regime nazista non considera i nostri soldati catturati come prigionieri di guerra, ma li classifica presto come “internati militari italiani” (IMI), privandoli così delle tutele garantite ai prigionieri dalla Convenzione di Ginevra, sottraendoli alla protezione della Croce Rossa Internazionale e obbligandoli al lavoro (dal sito A.N.P.I.) –.
Cosìanche mio padre, come altre centinaia di migliaia di soldati, a tutti gli effetti “Kriegsgefangener”, prigioniero di guerra, fu obbligato al lavoro per più di dieci ore al giorno in condizioni disumane (e gli andò bene di non morire di fame, di qualche malattia o sotto i continui bombardamenti delle forze alleate come, purtroppo, accadde a molti altri). Anche della Germania mio padre parlava, quand’ero ragazzino e il suo ricordo era ancora così forte e nitido che ancora lo tormentava e probabilmente gli turbava ancora il sonno. Poi, col tempo, non ne parlò più, né di Russia né di Germania, appagando così il desiderio di mia madre che quelle parole non voleva più ascoltare.
Anche del luogo dove fu internato in Germania non so nulla, ma questa, forse, è un’altra storia…
Grato della cortese attenzione, porgo cordiali saluti.
Luigi Nicolini