Salve, Andrea.
Partiamo dalla Medaglia di Bronzo al Valor Militare che - secondo il trafiletto dell'epoca da lei allegato - venne concessa al suo prozio.
Di solito, per verifiche del genere, mi baso sull'archivio digitale dell'Istituto del Nastro Azzurro... ma non sono riuscita a trovare nulla a nome del sottotenente Luigi Marzetti.
Può verificare lei stesso - in caso non lo abbia già fatto - cliccando
qui
(le si aprirà la pagina del summenzionato archivio).
Ulteriori info, visto che neppure dallo Stato di Servizio emerge la decorazione, possono essere richieste scrivendo a
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In base a quanto lei ci ha scritto, mi sono permessa di aggiungere una nota alla scheda di dettaglio del suo congiunto (la scheda può essere aperta dopo avere visualizzato il nominativo di Luigi Marzetti nell'elenco caduti e dispersi disponibile in questo sito).
Nella breve nota (vi è un numero di caratteri prestabilito e la sintesi è d'obbligo) ho citato la data di cattura che risulta dalla documentazione dei Memoriali Militari di Mosca e la possibile concessione della Medaglia di Bronzo...
Riguardo alla località menzionata nel trafiletto, ipotizzo possa trattarsi di Abrossimovo.
Nel sito U.N.I.R.R. (Sezione Immagini --> Cartografia --> Fanteria) troverà la cartina A03-00 che evidenzia lo schieramento della Divisione Pasubio alla data del 27.10.1942. In alto a destra, nel settore del II Battaglione dell'80° Reggimento, vedrà Abrossimovo.
La Divisione Pasubio, dal 24 ottobre '42, era stata trasferita nelle posizioni in precedenza occupate dalla Divisione Torino (destinata a sostituire, più a sud lungo il corso del Don, la 62ª Divisione tedesca, come si desume dal volume sulle operazioni delle Unità italiane al Fronte Russo, a cura dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito).
Nel libro suddetto, tuttavia, non ho trovato riferimenti a un'azione svoltasi nel settore della Divisione Torino in data 9 settembre 1942.
In merito al tristissimo tema della prigionia, segnalo che in alcune pubblicazioni si parla del campo n. 74 di Oranki.
In primis, nel libro di Carlo Vicentini (
Noi soli vivi), ma anche in quelli di Gabriele Gherardini (
Morire giorno per giorno), di Don Guido Maurilio Turla (
Sette rubli per il cappellano) e di Enrico Reginato (
12 anni di prigionia nell'URSS).
Per maggiori dettagli su tali volumi la rimando alla sezione bibliografica del sito (può accedervi dalla home-page).
Nel campo n. 74 di Oranki, allora situato nella regione di Gorki (oggi Nisnij Novgorod), morirono - secondo i dati ufficiali del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti - 661 prigionieri di guerra italiani (fra cui 327 ufficiali).
Come per tutti gli altri campi e campi-ospedale, la maggiore percentuale di decessi si verificò nei primi cinque-sei mesi del 1943 (a Oranki, nello specifico, il tifo petecchiale fu causa di morte di moltissimi prigionieri).
I morti vennero inumati all'inizio in fosse comuni e solo più avanti (con il diminuire dei decessi) in sepolture multiple o addirittura singole... ma anche considerando quest'ultimo caso non sono pervenuti al Ministero della Difesa elementi utili all'identificazione di ogni militare.
Per dettagli ulteriori può rivolgersi al Commissariato Generale suddetto (
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), che ha provveduto a porre un
cippo commemorativo
presso quella che era l'area cimiteriale del campo di Oranki (nel link che ho inserito la foto è la numero 20).
Mi fermo qui.
Cordiali saluti.
Patrizia
P.S.
Ho ritenuto opportuno spostare qui il suo commento del 3 febbraio (ore 17.25), in precedenza inserito nella sezione
Benvenuto di questo forum, in modo da tenere riunite tutte le informazioni relative al sottotenente Marzetti.