× Richieste di aiuto nelle ricerche

Alpino Demonti Valentino, sesto reggimento, battaglione Valchiese, disperso in Russia

02/02/2017 16:20 #1 da Maddalena
Ciao a tutti, sto conducendo una ricerca sul mio prozio materno disperso in Russia. La data presunta di morte, per i registri del ministero, é il 27/01/1943. Il prozio era di Tignale (BS)
Vista la data deve essere morto dopo Nikolayewka durante il ripiegamento. Un compaesano, reduce e suo compagno di battaglione ha raccontato che durante la marcia ha esortato il prozio a seguirlo, ma lui gli avrebbe risposto che stava aspettando un suo amico e da quel momento si sono perse le tracce...
Ci hanno sempre detto che probabilmente é morto congelato, ma mi chiedo se non potrebbe essere stato fatto prigioniero.... Ho fatto richiesta del foglio matricolare è presto andrò in comune a richiedere il verbale di irreperibilità. Ho scoperto che presso il centro studi rsi c'è un fascicolo con del materiale sul prozio, ma non so esattamente cosa sia contenuto nel fascicolo, ho mandato una mail per richiedere informazioni in merito e sono in attesa di risposta.
Qualcuno mi può aiutare a proseguire nella ricerca?
:-)

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07/02/2017 00:13 #2 da Patrizia Marchesini
Salve, Maddalena.

Mi scuso per averla fatta attendere, ma stavo cercando di recuperare qualche testimonianza sul Battaglione Valchiese e sulla giornata specifica del 27 gennaio 1943. Inizio con il dirle che il Battaglione Val Chiese comprendeva il Comando e la Compagnia Comando, le Compagnie 253ª, 254ª, 255ª, la 112ª Compagnia Armi Accompagnamento, e reparti di salmerie.

Il comandante del Battaglione Val Chiese era il colonnello Policarpo Chierici; tuttavia durante il ripiegamento (il 22 gennaio) Chierici fu incaricato dal generale Reverberi (comandante la Divisione Tridentina) della riorganizzazione dei militari sbandati presenti nella colonna della Divisione suddetta.
Il comando del Battaglione Val Chiese – pertanto – a partire da quel giorno (e immagino sino all’uscita dalla sacca) fu assunto dal maggiore Paroldo.

Quanto segue è desunto dal volume di Arnaldo Chierici, Policarpo Chierici – Comandante alpino, edito da Nordpress.
[Arnaldo era figlio di Policarpo e fu a sua volta al Fronte Russo con il Gruppo Artiglieria Val Camonica, ripiegando poi con la stessa colonna del padre.]


27 gennaio
La partenza [da Nikolaevka] fissata per le due è ritardata causa la grande difficoltà che si incontra nell’adunare gli uomini e incolonnare i reparti, gli uni e gli altri sparsi un po’ dovunque per le note necessità di vitto e alloggio.
Quando la testa della colonna sta per uscire fuori dalle ultime case del paese – dal lato nord – due gruppi di regolari russi, con una mitragliatrice e un cannone anticarro, tentano di arrestarla con il fuoco.
Si hanno alcune perdite e si determina un senso di incertezza, perché a nessuno di quelli in testa sono rimaste armi e munizioni sufficienti.
La situazione è salvata dell’intervento di un reparto del Battaglione Edolo, che elimina l’ostacolo facendo piazza pulita di tutti.
La colonna delle slitte con i feriti, al comando del sottotenente De Sabata, riprende la marcia in coda al reparto, ma in breve tempo perde terreno perché la neve alta e farinosa – oltre a rendere faticoso il cammino – fa affondare le slitte.
Sono sette slitte comuni e una più grande ambulanza: portano in tutto trentacinque uomini fra ufficiali, sottufficiali e soldati raccolti sul campo dopo il combattimento [nota di Patrizia: del giorno prima, immagino].
Il tenente Zani, comandante della 255ª Compagnia, fu raccolto da De Sabata sulla neve, ove giaceva su una barellina.
Questa marcia è stata la più lunga e faticosa. La steppa pianeggiante e quanto mai monotona è di frequente rotta da balche strette e profonde, le quali impongono un lavoro faticoso di ritenuta e di spinta delle slitte, molto snervante in rapporto alle malridotte capacità fisiche degli uomini e dei quadrupedi.
Molte cose fino allora salvate a prezzo di tanti sacrifici, perché indispensabili alla vita, devono essere buttate per alleggerire le slitte.
Tragedia più grande di quella che ha vissuto la colonna ripiegante, durante questa marcia, non è possibile.
Chi si fosse ritardato a riflettere di fronte allo spettacolo spaventoso di tanti uomini invocanti aiuto, senza che nessuno potesse soccorrerli, sarebbe impazzito.
Nessuno aveva mezzi e, quel che è peggio, nessuno sapeva fino a quale punto avrebbe potuto resistere. Tutti sentivano di avere raggiunto il limite estremo delle forze fisiche, e solo la disperata speranza di raggiungere un posto ove passare la notte al coperto – sola possibilità di salvezza – li spingeva avanti come esseri trasognati.
L’accantonamento del paese di Lovovka è stato un vero ammasso di corpi umani; pur tuttavia il riposo è stato molto benefico, tutti si sono rianimati.
È il naufrago che, dopo uno sforzo inaudito, raggiunge la terra ferma: ormai la salvezza appare certa e, non molto distante da questo paese, si dovrebbe incontrare la linea nuova dei capisaldi, tenuta dai tedeschi.


Ulteriori testimonianze sul Battaglione Val Chiese sono presenti in Nikolajewka: c’ero anch’io e in Fronte Russo: c’ero anch’io (Volume II), entrambi a cura di Giulio Bedeschi ed editi da Mursia.

Di seguito uno screen-shot – desunto dall’elenco bibliografico disponibile nel presente sito – che mostra alcune pubblicazioni inerenti al Battaglione:





In merito, invece, alle sue ricerche più... burocratiche, segnalo che di solito il Verbale di Irreperibilità è da richiedersi presso l’Albo d’Oro (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), ma può comunque fare un tentativo presso il Comune di nascita del suo prozio o, meglio ancora, presso l’ Archivio di Stato di Brescia , visto che Valentino era nato a Tignale.

Non si può escludere, naturalmente, che il suo prozio fosse stato catturato. Provi a rivolgersi ai Memoriali Militari, a Mosca (per contattare l’ente russo – analogo al nostro Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, la rimando alla Guida per le ricerche ).
Se Valentino fosse stato registrato dalle autorità sovietiche prima del decesso in prigionia, dovrebbe esistere un fascicolo o almeno una scheda succinta a suo nome.
Di tali documenti potrebbe ottenere copia.
Mi esprimo al condizionale, in quanto siamo nel campo delle ipotesi e, in teoria, se il nome di Valentino Demonti comparisse tra quelli dei militari italiani il cui decesso in prigionia è stato accertato, dovreste avere ricevuto una comunicazione da parte del nostro Ministero della Difesa.
Quindi, a lei la scelta... se tentare o meno presso i Memoriali Militari oppure no.
Aggiungo che, se anche il suo prozio fosse caduto prigioniero ma fosse morto prima di una qualsiasi forma di registrazione (basti pensare alle spaventose marce del davai o ai terribili trasporti ferroviari verso i campi), purtroppo di lui non sarebbe rimasta traccia alcuna negli archivi russi.

Infine, se desidera che una foto del suo congiunto venga inserita nella galleria-immagini del sito U.N.I.R.R. dedicata ai caduti, ai dispersi e ai morti in prigionia, sarà sufficiente inviare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. un file .jpg (se possibile in formato mezzobusto) e provvederemo a pubblicarla.

Rimango a disposizione e invio i migliori saluti.

Patrizia
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21/02/2017 19:05 #3 da Maddalena
Buonasera sig.ra Patrizia la ringrazio moltissimo per la risposta e per le preziose informazioni. Qualche giorno fa mi è arrivato il libro di Policarpo Chierici!
Trovo meraviglioso che vi impegnate così tanto per non far sparire la memoria di tante persone, a dispetto degli anni passati.
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22/02/2017 22:30 - 30/10/2017 10:47 #4 da Patrizia Marchesini
Salve, Maddalena.

Lieta di sentire che si è già procurata il libro su Policarpo Chierici, a cura del figlio Arnaldo. Buona lettura!

Nel frattempo ho aggiunto la foto di Valentino alla galleria-immagini del sito, dedicata ai caduti, ai dispersi e ai morti in prigionia.
Può visualizzarla considerando che le immagini compaiono in ordine alfabetico per cognome... ma potrà anche visualizzarla sfruttando la funzione di ricerca che compare in alto e a sinistra nella schermata della galleria-immagini.

Un caro saluto, e grazie per le sue belle parole.


Patrizia

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