× Richieste di aiuto nelle ricerche

Brondino Giacomo (2° Rgt. alpini) - caduto in prigionia sul fronte russo

22/03/2015 19:35 #1 da Denis Para
Buonasera a tutti,
dopo le ricerche che ho iniziato a fare riguardo mio nonno (reduce di Russia), mi sono messo a fare ricerche anche riguardo ad altri parenti che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale.
Questo è il caso di Brondino Giacomo del 2°reggimento alpini, caduto il prigionia nell'aprile del 1943 a Bistriaghi.
Sarebbe per me, molto importante avere altre informazioni, se ne avete la possibilità. Intanto mi accingerò a fare richiesta del foglio matricolare.
Sarebbe interessante anche conoscere gli spostamenti e le "avventure" del 2° reggimento alpini.

Grazie molte per quanto potrete fare.
Saluti, Denis.

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27/03/2015 10:54 - 10/04/2015 10:39 #2 da Patrizia Marchesini
Salve, Denis.

Per avere informazioni su Giacomo Brondino suggerisco di rivolgersi al Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti (a Roma), nonché ai Memoriali Russi (a Mosca).
Ogni riferimento utile lo trova nel nostro file-guida, già menzionato in altra mia risposta per lei.

Poiché Giacomo risulta morto - con certezza - nel lager-ospedale di Bystriagi, dovrebbe esistere negli archivi russi un fascicolo (o almeno una scheda) di prigionia a suo nome, di cui può richiedere copia.

Il lager-ospedale n. 1773 di Bystriagi era situato nella regione di Kirov. Secondo il Ministero della Difesa vi persero la vita 243 prigionieri di guerra italiani. I morti furono inumati sia in una decina di fosse comuni (per quanto riguarda i decessi avvenuti fino all'agosto 1943), sia in sepolture multiple in cui venivano sistemati due-tre corpi.
L'area cimiteriale del lager è dislocata nel Comune di Tarasovo, in zona boschiva non facilmente identificabile.

Allego una cartina di riferimento.





Più tardi cercherò di dare qualche notizia sul 2° Reggimento alpini della Divisione Cuneense...

Saluti.

Patrizia
Allegati:

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28/03/2015 18:15 #3 da Patrizia Marchesini
Eccomi, Denis.

Come intuibile, non è facile sintetizzare i movimenti del 2° Reggimento alpini, se non riferendosi al contesto dell’intera Divisione.

Il primo treno che trasportava le truppe della Cuneense al Fronte Orientale lasciò Borgo San Dalmazzo il 25 luglio 1942.
Il percorso ferroviario prevedeva il passaggio del confine al Brennero.
Poi... Monaco di Baviera, Lipsia, Varsavia, Minsk, Har’kov, Izjum, Gomel’.
Per il trasporto della Cuneense erano stati costituiti due grossi blocchi. Il primo comprendeva più o meno i reparti divisionali muniti di automezzi. Essi, raggiunta Kiev, avrebbero dovuto proseguire verso sud per via ordinaria (cioè su strada).
I reparti appiedati, invece, sarebbero dovuti giungere su tradotta fino alla zona di raccolta della Divisione, inizialmente prevista a nord-est di Stalino (oggi Donec’k).

L’ultimo convoglio della Cuneense arrivò in Ucraina il 18 agosto.
La zona di scarico suddetta venne poi modificata in quella di Uspenska (zona del Mar d’Azov), in previsione dell’impiego del Corpo d’Armata alpino nel Caucaso.
L’intasamento delle linee ferroviarie – le Armate tedesche avevano sempre la precedenza! – fece sì che i reparti della Cuneense vennero scaricati tra Izjum e Uspenskaja, località distanti circa 400 chilometri tra loro.

In seguito, come noto, anche le Divisioni alpine furono destinate – come le altre nostre Unità di fanteria – al fronte del Don.
Il 23 agosto, quindi, la Cuneense venne dirottata a Starobelsk-Belovodsk, per proseguire – in seguito – verso nord-est e la zona di Rossoš’, città – quest’ultima – dove poi avrebbe trovato dislocazione il Comando del Corpo d’Armata alpino.
I movimenti dovevano essere i più rapidi possibile, con tappe di 35-40 chilometri giornalieri, e senza le giornate di sosta previste da regolamento.

A inizio settembre – nello specifico – il 2° Reggimento alpini (agli ordini del colonnello Scrimin) si trasferiva d’urgenza (parte in ferrovia, parte su automezzi) a Taly, quale riserva a disposizione del Comando del II Corpo d’Armata (che all’epoca vedeva schierate sul Don le Divisioni Cosseria e Ravenna).
Il grosso della Divisione proseguì il movimento giungendo nella zona di Rossoš’ il 23 settembre; dopo che la situazione si fu normalizzata nel settore del II Corpo d’Armata, anche il 2° Reggimento, non più – quindi – alle transitorie dipendenze del Corpo d’Armata suddetto, si ricongiunse al resto della Cuneense.

Alla mezzanotte del 25 settembre 1942 essa rilevò dal 513° e 515° Reggimento della 294ª Divisione tedesca il settore compreso tra i villaggi di Nižnij Karabut (a nord) e Novaja Kalitva (a sud), ampio una trentina di chilometri.
Il Comando divisionale si sistemò ad Annovka, quello del 1° Reggimento a Kreščatik e quello del 2° Reggimento a Loščina.
Villaggi-base per i vari Comandi di Battaglione furono Kulakovka, Topilo, Soloncy, Staraja Kalitva.
Di fronte agli alpini della Cuneense era posizionata la 270° Divisione Fucilieri sovietica. In quel punto, la riva destra del Don – su cui erano schierati i nostri – scendeva quasi a picco sul fiume.

Se in un primo tempo due Battaglioni vennero tenuti in secondo scaglione, in seguito all’evidente rafforzamento dell’avversario, che inoltre aumentava sempre più le incursioni sulla riva destra del Don, il generale Battisti decise di schierare in prima linea altri reparti – del 2° Reggimento Alpini (Battaglione Saluzzo) – che avrebbero dovuto presidiare la piana del Kalitva.
Eccetto le azioni di pattuglia compiute da ambo gli schieramenti – di rilievo l’attacco che i Sovietici portarono alle posizioni del Battaglione Borgo San Dalmazzo il 6 ottobre 1942 – e l’intensificarsi delle azioni di artiglieria, l’attività avversaria nel settore della Cuneense fu modesta, e praticamente nulla quella partigiana.

A partire dall’11 dicembre 1942, però, attacchi violenti investirono il settore del nostro II Corpo d’Armata, posizionato sulla destra della Cuneense.
I battaglioni sovietici – nonostante la difesa accanita – premevano anche in direzione di Novaja Kalitva, punto di sutura tra il II Battaglione dell’89° Reggimento della Cosseria e il Battaglione Saluzzo (2° Reggimento alpini).
Fu anche grazie al sostegno dell’artiglieria della Cuneense se il II Battaglione dell’89° Reggimento riuscì a resistere sino al 19 dicembre.
Come sappiamo, il II Corpo d’Armata iniziò poi ad arretrare e per tamponare la situazione nella zona furono inviati dapprima il Battaglione Sciatori alpini Monte Cervino (che rientrerà poi a Rossoš’ il 28 dicembre) e poi la Divisione Julia che, unitamente a reparti tedeschi, mantenne la linea sino all’inizio del ripiegamento (il CdA alpino arretrò a partire dal 17 gennaio).
Fu un periodo, quello tra la metà di dicembre e la metà del gennaio successivo, di grande tensione per la Cuneense che sebbene non investita direttamente dagli attacchi come la Julia, doveva impedire a tutti i costi infiltrazioni nella piana del Kalitva: nella notte del 24 dicembre i Sovietici attaccarono i capisaldi del Battaglione Saluzzo, collegato sulla destra con il Battaglione Tolmezzo della Julia.

In quanto al ripiegamento, rimando ai commenti pubblicati di recente nella discussione Cuneense in Russia .

Alcuni dettagli ulteriori.
La Divisione lasciò le linee sul Don suddivisa in due colonne: a nord quella del 1° Reggimento alpini, e a sud quella del 2° Reggimento alpini (e degli elementi di rinforzo).
Quest’ultimo troncone iniziò ad arretrare secondo l’itinerario Loščina, Topilo, Soloncy, Annovka, Ciapajeva, Popovka.
Il 2° Reggimento impiegò diciotto ore per coprire una distanza di appena ventitré chilometri (da Staraja Kalitva ad Annovka).

Il ripiegamento fu, lo sappiamo, uno stillicidio di giorni terribili, contraddistinti da condizioni climatiche e ambientali difficilissime e da scontri continui per aprirsi la strada verso ovest.
Si è parlato – nella discussione già menzionata – dei combattimenti nella zona di Novo Postojalovka, che impegnarono per trenta ore i battaglioni della Julia e della Cuneense.
Il 2° Reggimento, nello specifico, buttò nella mischia il Borgo San Dalmazzo e il Saluzzo, mentre il Dronero doveva proteggere il retro di tutto lo schieramento.
Chi riuscì a sganciarsi proseguì... alcuni raggiunsero, per tutta una serie di circostanze, la colonna della Tridentina. Gli altri andarono avanti...

Nello specifico, tra le località toccate in seguito dai resti del 2° Reggimento citiamo:

Novo Har’kovka (dove la Divisione, all’alba del 22 gennaio, si trovò pressoché riunita, per valutare le sue forze residue);

Lymarev (22 gennaio, in cui non fu possibile sostare, perché il villaggio era intasato dalla Divisione Vicenza);

Novodmitrievka (che però era occupata da truppe regolari e partigiane... e fu necessario uno scontro aspro e cruento, per non rimanere all’addiaccio);

Garbuzovo e Rybalzin (tra la notte del 23 gennaio e le prime ore del 24; il Battaglione Dronero era sempre in avanguardia).

Nella notte sul 25 la marcia riprese il movimento verso ovest, ma una bufera di vento – che rese la temperatura rigidissima – fece sì che si tornasse nelle isbe di Rybalzin.
La mattina del 25 gennaio il tempo migliorò e le colonne ripresero il movimento in direzione di Malakeevo. Si giunse nei pressi di:

Shukovo (fortemente presidiato dai Sovietici. Il Battaglione Dronero impegnò l’avversario per un’ora finché non giunsero in supporto i resti del Battaglione Mondovì. A Shukovo l’azione ebbe successo e vennero liberati circa duecento soldati italiani caduti prigionieri il giorno prima.) e poi a

Malakeevo (raggiunta solo verso la mezzanotte del 25 gennaio... Il 24 vi era passata e vi aveva combattuto la colonna della Tridentina. A Malakeevo la Cuneense sostò per la notte.)

All’alba del 26 gennaio i primi scaglioni della Divisione giunsero in vista della città di Valuiki che – secondo gli ordini – sarebbe dovuta essere il punto di sbocco. La città, invece, era stata occupata dai Sovietici già dal 19 gennaio... ma Cuneense, Julia e Vicenza – per mancanza di collegamenti radio – non lo impararono mai.
Solo la Divisione Tridentina, grazie a una radio del XXIV Corpo Corazzato tedesco, che con la Tridentina stessa stava ripiegando, venne a conoscenza che il punto di sbocco previsto nei primissimi giorni del ripiegamento era stato modificato e che era necessario dirigersi a Nikitovka-Nikolaevka.

Anche per gli eventi relativi all’arrivo delle truppe della Cuneense a Valuiki rimando alla discussione già citata, Cuneense in Russia .

Cordiali saluti.

Patrizia

P.S.
Per la stesura di queste note mi sono basata sul libro di Carmelo Catanoso/Agostino Uberti, La Divisione alpina Cuneense al Fronte Russo (1942-1943).

Sono inoltre consapevole che sarebbe stato doveroso accennare anche all'azione del 4° Reggimento Artiglieria della Cuneense e ai suoi Gruppi, ma questo commento si sarebbe dilungato ancora di più e inoltre la richiesta riguardava i movimenti del 2° Reggimento alpini.
Ringraziano per il messaggio: Denis Para

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09/04/2015 21:06 #4 da Denis Para
Buonasera Patrizia,
mi scuso per il ritardo, non ho più avuto possibilità di accedere ad internet. Grazie per tutte le sue preziose informazioni, è stata molto gentile e come sempre disponibile ed esaustiva.

Molte grazie, mi accingerò a recuperare i fascicoli presso gli enti che mi ha citato.

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10/04/2015 10:41 - 10/04/2015 10:42 #5 da Patrizia Marchesini
Non c'è di che, Denis.

Siamo qui per questo...
Aspettiamo notizie, dopo che avrà contattato il Commissariato Generale e i Memoriali Russi.

Saluti.

Patrizia

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