Buonasera, Luciano.
Come le ho accennato in FB, eccomi qui per fornirle alcuni dettagli sul campo n. 188.
Nelle sue fosse comuni, dal gennaio 1943 al settembre 1945, furono sepolti oltre 8.000 soldati italiani (quasi 7.000 nei primi sei mesi del 1943).
A tale numero di decessi, ne vanno aggiunti altri 4.000 circa: si tratta di nostri militari che morirono durante i trasporti ferroviari (partiti dai centri di raccolta nei pressi del fiume Don - il più famoso dei quali era Kalač - e giunti a Rada, che era lo scalo ferroviario per il campo n. 188).
Sembra che su un solo treno con 1.940 prigionieri di guerra - proveniente da Kalač e giunto a Rada il 17.01.43 - i morti furono 1.340.
Erano deceduti per assideramento, e vennero sepolti nei pressi dei binari.
Causa ferite e congelamenti, non erano potuti scendere dai vagoni e raggiungere il campo, che distava circa otto chilometri.
Morirono così.
L'area cimiteriale è molto vasta e comprende un centinaio di fosse comuni. Non è chiaro con quale cronologia esse vennero utilizzate.
Il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti ha posto - in collaborazione con altri enti analoghi tedeschi - un monumento a ricordo dei deceduti a Tambov di tutte le nazionalità ivi sepolti. Si parla di circa 22.000 caduti di 41 nazionalità diverse!
Tambov è una cittadina dislocata a circa 450 chilometri da Mosca e dà il nome alla regione omonima.
Nel territorio del lager sono ancora visibili i resti di alcuni ricoveri interrati per prigionieri, ricoperti da tronchi in legno.
Qui
può visualizzare la galleria-immagini cui si riferisce Maurizio nel suo commento.
Ecco, in ogni caso, una foto del monumento (cui accennavo poche righe sopra), dopo la manutenzione del 2014.
Un caro saluto.
Patrizia