Salve, Claudio...
Lieta di risentirti.
Nello scorrere i tuoi vecchi messaggi, mi sono resa conto che Maurizio Comunello sembra non avere risposto ad alcuni tuoi quesiti, postati molto tempo fa.
Magari l'aveva fatto in forma privata... ma - se così non fosse - cerco di aggiungere qualcosa io, pur con i miei grossi limiti.
Parto dal tuo commento del 18.12.2013.
Sei poi riuscito, in seguito, ad aprire i file allegati ai vari
post?
Strano che non ti fosse possibile...
I file che io allego nei vari messaggi di solito sono in formato .jpg.
Per le caratteristiche del sito - se ben ricordo - non bisogna superare il megabyte. Io cerco sempre di
ridimensionare ogni file con gli opportuni accorgimenti in modo che rimanga il più possibile al di sotto di quella soglia, fermo restando che ogni file deve essere ben visibile.
Magari dopo provo a inserire un .pdf per vedere cosa succede.
In ogni caso, per correttezza, ogni volta che si estrapolano dati o immagini da volumi e/o altre fonti (per esempio siti web), è sempre opportuno indicarne con chiarezza la provenienza.
Riguardo al presente sito e alla pubblicazione di materiale non inedito, mi sono sempre regolata così e finora non ho avuto inconvenienti.
Il discorso è diverso qualora tu avessi necessità di pubblicare - ovviamente non solo in questa sede - documenti conservati presso l'archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito (AUSSME). In quel caso occorre una liberatoria particolare.
A tal fine, se può esserti utile, segnalo la pagina con
le norme per la consultazione
AUSSME (vedere allegati B e C, i cui link si trovano sulla destra della schermata).
A proposito, invece, del tuo messaggio risalente a un anno fa esatto... non è facile rispondere alle tue domande.
Quanto compare nella galleria
Mostra fotografica U.N.I.R.R., come intuibile, proviene da un lotto di immagini utilizzate a partire dal 2001 per una mostra fotografica itinerante, curata, organizzata e fortemente voluta dall'allora Presidente Nazionale, il dottor Melchiorre Piazza.
Di tali immagini è stata fatta scansione per inserirle nel sito, ma il dottor Piazza è deceduto anni fa e sembra non avere lasciato riferimenti geografici e cronologici sulle singole immagini, né indicazioni sulla provenienza delle immagini stesse utilizzate per la mostra, che lui avrà raccolto in qualche modo, ricavandole da pubblicazioni esistenti, oppure ricevendole in consegna da reduci della Campagna di Russia.
Mi spiace, ma non riesco a essere più specifica. Alla nascita del sito U.N.I.R. si è pensato, in ogni caso, che tale documentazione fotografica - pur senza i riferimenti suddetti - fosse meritevole di inserimento nel sito.
Spero che, nel frattempo, le tue ricerche ti abbiano portato ad accertare alcuni dettagli, anche se capisco che non è per niente facile.
Premesso ciò, veniamo al tuo messaggio più recente :-)
Itinerario di viaggio del C.S.I.R.: anch'io ho trovato più o meno le stesse informazioni nel volume USSME sui servizi logistici (pag. 24). Il viaggio fece le seguenti tappe:
Brennero - Salisburgo - Vienna - Presburgo - Budapest - Miskolz - Csop - Taraczkoz.
Ho trascritto i nomi delle località così come indicati nel volume.
Tuttavia, come emerge anche da alcune testimonianze (per esempio, l'
intervista a Luchino Dal Verme
), non tutti i convogli terminarono il viaggio a Borsa o a Máramarossziget. Alcuni di essi, come racconta l'allora tenente Dal Verme, proseguirono fino a Botosani. Anche il già menzionato libro sui servizi logistici (sempre a pag. 24) parla di uno spostamento a oriente delle teste di scarico ferroviario, causa la mutata situazione operativa in Bessarabia. Il volume cita quindi, come ulteriore zona di scarico, la zona romena di Falticeni-Suceava-Botosani (si veda anche il disegno n. 1/sv, nel volume).
I reparti che erano dislocati su altri fronti (il Reggimento Artiglieria a Cavallo del tenente Dal Verme ne è un esempio, visto che si trovava in Jugoslavia) di norma rientrarono in Italia per la necessaria organizzazione del viaggio, per poi partire verso il Fronte Orientale.
Cimitero di Rykovo (ora Enakievo): nel presente sito vi è una
galleria fotografica
dedicata a tale cimitero campale.
Delle gallerie relative ai cimiteri mi sono occupata io, che ho inserito molte immagini che mi sono state fornite dal Presidente della sezione U.N.I.R.R. di Bologna, che a sua volta le aveva desunte da vecchi Notiziari U.N.I.R.R. o altre pubblicazioni in suo possesso.
Quello che posso dirti è che i cimiteri campali nei territori dell'ex Unione Sovietica - come forse saprai - non esistono più.
Vennero danneggiati o distrutti dall'Armata Rossa che stava avanzando verso ovest.
La documentazione originaria dei vari cimiteri era a cura dei cappellani militari. C'è da dire che i cimiteri più grandi subirono risistemazioni e riorganizzazioni (finché fu possibile) e quindi ciò che compare in una foto d'epoca può essere non coincida - mi riferisco alla posizione delle singole sepolture - con quella che magari fu la sistemazione definitiva delle sepolture stesse.
Non so dirti, però, come mai possano esservi incongruenze con i nomi di battesimo dei caduti.
L'unica ipotesi - ma rimane una mera ipotesi - è che vi fosse stato un errore nell'apporre i nominativi sulla croce, poi un successivo controllo fece sì che - nell'elenco degli inumati di quel cimitero - venisse riportato il nome di battesimo giusto.
Però, mi è difficile pronunciarmi, senza vedere la fotografia.
Da un po' mi sono procurata i quattro volumi di Antonio Ricchezza (
La storia illustrata di tutta la Campagna di Russia).
Il quarto volume riguarda anche i cimiteri campali italiani al Fronte Orientale.
Vi sono immagini di cui devo fare scansione, per integrare le varie gallerie fotografiche dedicate ai nostri cimiteri in terra di Russia.
Finora non ho avuto tempo, purtroppo.
Ma, se vuoi fare un confronto con i quattro nominativi che hai riscontrato tu (basandosi anche su ciò che è indicato nei data-base caduti e scomparsi del Ministero della Difesa e del sito U.N.I.R.R.), sono a tua disposizione.
Prima di terminare, aggiungo in extremis che - ove possibile - il Ministero della Difesa ha esumato i resti dei nostri soldati sepolti nei cimiteri campali italiani, di cui è stato possibile identificare in molti casi la dislocazione grazie ai documenti stilati all'epoca dai cappellani militari, che avevano disegnato mappe di riferimento della zona in cui il cimitero stesso si trovava.
Purtroppo non si è sempre potuto procedere con le esumazioni, magari perché la nuova edilizia del territorio non lo ha consentito.
Spesso - grazie all'accorgimento dei cappellani di sistemare nella tomba una bottiglia di vetro sigillata, contenente un foglietto con le generalità del caduto - il Ministero della Difesa ha identificato con certezza i resti inumati in quella tomba.
Saluti.
Patrizia