Buongiorno, Carlotta.
Innanzitutto le do in benvenuto nel forum e mi scuso per averla fatta aspettare un pochino, ma sono stati giorni impegnativi...
In merito ad Abramo Rossi, presumo che la sua famiglia abbia ricevuto notizia del decesso in prigionia dal Ministero della Difesa.
Se desidera saperne qualcosa di più, le segnalo la
Guida per le ricerche di militari
a disposizione nel sito U.N.I.R.R.: può procurarsi copia del Foglio Matricolare (presso il Centro Documentale di Bologna) e il Verbale di Irreperibilità (rivolgendosi all'Albo d'Oro, a Roma, cui può richiedere anche copia di eventuali testimonianze relative a suo zio).
I due documenti suddetti le forniranno qualche dettaglio sulla sua vita militare e sulla sua scomparsa ma - poiché vi è certezza della morte di Abramo presso il campo-ospedale n. 2989 di Kameškovo - le consiglio di scrivere una mail ai Memoriali Militari Russi (con sede a Mosca), per farsi spedire copia della scheda o del fascicolo di prigionia riguardante il suo familiare.
Può scrivere a tale ente (analogo al nostro Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti) in italiano, usando frasi semplici e fornendo i dati essenziali (nome, cognome, luogo e data di nascita, reparto di appartenenza).
Utilizzi, di preferenza, un account gmail.
Nel file-guida che le ho menzionato troverà ogni informazione utile a mettersi in contatto con i vari enti/uffici.
Intanto, alcune notizie sul campo-ospedale di Kameškovo: situato nella regione di Vladimir, dal gennaio 1943 al 1945 vi morirono 1.346 militari italiani (fra cui Abramo), la maggior parte dei quali nei primi quattro mesi di prigionia.
I morti di questo primo periodo furono sepolti in fosse comuni, frammischiati per nazionalità e privi di alcunché potesse consentirne l'identificazione.
Per questo motivo, purtroppo, il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti (Ministero della Difesa) non ha mai potuto esumare dei resti affinché fossero restituiti alle famiglie (questo discorso vale non solo per Kameškovo, ma per la totalità dei campi di prigionia in Unione Sovietica, e per i nostri soldati che vi persero la vita).
Dopo il primissimo periodo di prigionia, durante il quale la mortalità fu altissima, a dire il vero a Kameškovo furono realizzate anche sepolture singole, ma direi che Abramo - essendo deceduto il 4 marzo 1943 - rientra fra quelli che vennero inumati nelle fosse comuni.
In ogni caso anche per quanti vennero seppelliti singolarmente risulta impossibile l'identificazione.
L'area cimiteriale è molto estesa ed è dislocata in una zona boscosa all'ingresso del paese di Kameškovo, a destra, sulla strada che proviene da Suzdal' (altro campo di prigionia, dove - più o meno dalla fine del 1943 - furono raccolti gli ufficiali italiani, sopravvissuti ai primi mesi terribili e alle epidemie che nel tardo inverno e nella primavera del '43 fecero strage dei nostri militari).
Kameškovo dista circa quaranta chilometri da Suzdal' e poco più di duecento chilometri da Mosca.
Per informazioni ulteriori sul campo-ospedale può rivolgersi al Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti che ho già citato (
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Segnalo anche la
bibliografia
del sito U.N.I.R.R.: digitando
bersaglieri come parametro di ricerca, otterrà una lista di pubblicazioni, alcune delle quali riguardano nello specifico il 6° Reggimento.
Infine, ci farebbe piacere inserire la foto di Abramo - quella che suo padre tiene sul comodino, o altra a vostra scelta - nella galleria immagini del sito dedicata ai caduti, ai dispersi e ai morti in prigionia.
Un piccolo gesto simbolico per dire che Abramo e tutti gli altri sono ancora vivi, nel ricordo e nelle emozioni che il loro pensiero suscita in noi giorno dopo giorno.
Se lo desidera, invii un file .jpg a
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e provvederemo appena possibile alla pubblicazione della fotografia.
Un caro saluto a lei e al suo papà.
Patrizia