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Mi presento, sono il nipote di un fante dell'80° rgt.

12/07/2014 15:45 #1 da Quirino Camerlengo
Mi presento, sono il nipote di un fante dell'80° rgt. è stato creato da Quirino Camerlengo
Mi presento. Mi chiamo Quirino Camerlengo, professore di diritto costituzionale nell’Università di Pavia, nipote di Guerino Camerlengo (nato ad Altavilla Irpina – AV – il 10 agosto 1917), della divisione Pasubio, 80° reggimento fanteria “Roma”, II battaglione, compagnia comando, sul fronte russo dalla fine di novembre 1941 alla metà di dicembre dell’anno successivo: data in cui è stato dichiarato disperso. In precedenza, mio nonno, chiamato alle armi nel 1939, aveva prestato servizio prima sul fronte alpino occidentale, al confine con la Francia e, in seguito, in Albania. Non abbiamo mai ricevuto notizie sulla sua sorte e non risulta incluso negli elenchi dei prigionieri.
Ho iniziato le mie ricerche più di dieci anni fa. Dopo aver letto libri e articoli, documenti e certificati, dopo aver scritto lettere, fatto telefonate, viaggiato in giro per l’Italia (Padova, Mantova, Roma, Avellino), non sono riuscito a trovare neanche una briciola di informazione. L’assenza del nome di mio nonno dall’elenco dei prigionieri mi ha gettato nello sconforto e, così, abbandonai le mie ricerche. Ora le ho riprese. Ma non per sapere cosa è successo a mio nonno (è sicuramente morto con altre migliaia di commilitoni nei giorni della controffensiva sovietica del dicembre 1942), bensì per imparare a conoscerlo meglio. Le testimonianze dirette di mia nonna, delle mie prozie (ma non di mio padre, che non ha mai conosciuto il suo), mi hanno fornito preziosi elementi, con la sensazione però di muoversi lungo il labile confine che separa leggenda e realtà. Da scienziato e da nipote cui è mancato molto vorrei acquisire elementi oggettivi, concreti. Non ho bisogno di questi per amare un uomo che non ho mai conosciuto. Ho bisogno di questi come quando si tenta di realizzare un mosaico e mancano le tessere fondamentali. I contorni dell’immagine ci sono, anche i colori, le sfumature, ma i dettagli più importanti possono solo essere immaginati. A furia di ascoltare narrazioni epiche, mi sono fatto un’idea sovrumana di mio nonno. Io ho però bisogno di conoscere l’uomo, non il mito.
Su di me grava un compito imponente e sconto i limiti e le responsabilità di quanti, nella mia famiglia e nelle istituzioni militari, in passato non hanno fatto abbastanza per ricostruire la vita militare di mio nonno. È come se fosse vissuto solo fino al 1939. Tutto quello che è accaduto dopo è descritto sommariamente dal foglio matricolare (la cui laconicità è ben nota a tutti) oppure affiora da poche lettere che mia nonna ha conservato sfidando il lento e inesorabile fluire del tempo. A questo punto della ricerca, mi sembra che mio nonno non sia stato altro che un fantasma. È possibile che nessuno lo abbia mai conosciuto ? Eppure era un tipo molto estroverso, un po’ guascone, a volte attaccabrighe. Mi sconcerta il fatto di non aver saputo nulla, benché gran parte de suoi commilitoni abbiano avuto la fortuna di ritornare in Italia prima della controffensiva sovietica (come detto, mio nonno raggiunse il suo reparto qualche mese dopo i suoi commilitoni, partiti con lo CSIR, i quali sono stati rimpatriati una volta decorso un anno di permanenza in Russia. Mio nonno ha esaurito i dodici mesi esattamente nel momento in cui l’armata rossa ha sferrato l’attacco decisivo).
Scusate le sfogo, ma il mio animo è turbato dal silenzio che è seguito alla scomparsa di mio nonno. Chissà se riuscirò con il vostro aiuto a rompere questo assordante silenzio.
Quindi, chiudo la mia tediosa presentazione ringraziandovi di cuore, anche solo per aver condiviso le mie parole.

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