Gentilissimi Riccardo e Patrizia,
grazie tanto. Il vostro preziosissimo aiuto mi sostiene e mi incoraggia nella mia ricerca, che è appena iniziata. Mio nonno, Antonio Rizzato, era vicentino, e la mia famiglia paterna vive tuttora in quella zona. Mio padre una volta sposato si è trasferito in Abruzzo, nel paese di mia madre, dove risiediamo. Dalla scomparsa dei nonni, le nostre visite si sono rarificate; per motivi di lavoro abbiamo difficoltà a raggiungere gli zii e cugini in Veneto, così sono loro perlopiù a venire a trovare noi. La lontananza dai luoghi dove nonno ha vissuto è la causa di questo mio ritardo nel volgere attenzione alle sue esperienze di guerra; solo la settimana scorsa, quando sono riuscita dopo tanti anni a ritagliarmi tre giorni per salire nel vicentino, ho visto per la prima volta i certificati di croce al merito di guerra e di croce al valor militare. Leggere le informazioni lì riportate mi ha scioccata, mi sono resa conto di avere la possibilità di reperire informazioni, di collocare nello spazio e nel tempo quei pochi racconti di mio padre dei ricordi che nonno aveva in qualche modo scelto di condividere, che nella mia mente avevano preso oniriche fattezze di scene da film epico. Ora le sto già sostituendo con le immagini e le fotografie dei posti in cui il XII btg AA Montebello risulta essere stato impiegato.
Ho trovato interessanti spiegazioni sulla costituzione dei Battaglioni M nella seguente pagina internet:
www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/il-fronte-greco-e-la-costituzione-dei-battaglioni-m-storia-della-mvsn-4-72564/
Ma soprattutto, nella sezione dedicata al Raggruppamento Camicie Nere “3 Gennaio”, del sito
www.regioesercito.it , ho trovato importanti notizie, in particolare informazioni sulla giornata riportata come data dell’azione di nonno meritevole di Croce al Valor Militare (9 gennaio 43); le riporto qui di seguito, e vi lascio immaginare la mia grandissima commozione nel leggerle:
…….il Comandante del XXXV Corpo d'Armata (CSIR) comunicava personalmente al Comandante della «Pasubio» l'ordine di ripiegamento. Alle ore 15 perveniva ai reparti il preavviso di movimento per raggiungere, ripiegando, la nuova linea Werchnje Miskowici-Nasarow. Ed a quei reparti poteva ancora essere affidato l'onore di costituire la retroguardia, continuando a lottare contro gli stessi nemici ai quali avevano tanto valorosamente conteso il possesso dell'ansa del «cappello frigio». Nella notte veniva raggiunto l'abitato di Medowa, verso le ore 9 del 20 dicembre quello di Popowka. I reparti legionari, con la Divisione «Torino», in cooperazione con reparti tedeschi, combattono per rompere l'accerchiamento. Verso le ore 22 la colonna perviene a Posdnjakow e vi sosta fino alle prime luci del 21 dicembre, quando viene ripresa la marcia.
Al mattino del 22 dicembre viene richiesto il contributo delle camicie nere per operare l'apertura di un varco in un nuovo accerchiamento. Ottenuto il successo, all'imbrunire, i sopravvissuti si contano: il solo Gruppo «Montebello» ha perduto altri 115 caduti, 380 feriti, 66 congelati e tra tutti questi 32 sono gli ufficiali. Il Gruppo «Tagliamento» subisce perdite analoghe.
Verso le ore 23 la colonna deve riprendere il movimento, che potrà essere seguito solamente dagli elementi più validi: feriti e congelati gravi dovranno essere lasciati sul posto.
Alle ore 9 del 24 dicembre, i reparti raggiungevano Bukarewskji ed all'imbrunire erano a Pressianowskji. Trascorrevano in faticosa marcia la notte santa di Natale ed alle ore 10 del 25 dicembre erano a Scheptukowka. Già alle ore 14 era ripreso il movimento e la colonna giungeva a Tschertkowo alle ore 1 del 26 dicembre. In quell'abitato, insieme ad elementi delle Divisioni «Torino», «Pasubio» e «Ravenna», delle unità direttamente dipendenti dall'8a Armata, dall'Intendenza, dal Il e dal XXXV Corpo d'Armata, nonché della 298a Divisione di Fanteria tedesca, i Gruppi «Tagliamento» e «Montebello» subivano un assedio di ventuno giorni. Quei combattenti, spesso frammisti in unità di formazione, tenute insieme da una volontà di lotta che trascendeva perfino la speranza di salvezza, difesero, di fronte all'alleato e contro il nemico, l'onore delle armi italiane. Molte furono le loro perdite. Ancora dovette ripetersi il doloroso abbandono dei feriti e dei congelati che non potevano marciare. In quelle difficili giornate, l'intero Gruppo «Montebello» non era in grado di schierare in linea più di 200 combattenti. Merita un ricordo particolare la giornata del 9 gennaio 1943, quando, alle ore 7, con una serrata preparazione di artiglieria, si sviluppava un attacco di fanteria sovietica, sostenuta da 9 carri armati. Uno di quelli veniva incendiato e arrestato a soli dieci metri dalle nostre postazioni, colpito con due colpi di fucilone anticarro. I legionari non si lasciavano intimidire dagli altri mezzi corazzati e dal battaglione di fanteria avanzanti e, cantando «Giovinezza» facevano bersaglio del fuoco delle loro armi automatiche gli elementi montati sui carri stessi, armati a loro volta di altre armi automatiche, ed i fanti che facevano seguito ai corazzati. In due ore di lotta, l'ondata nemica non ebbe ragione dei 60 italiani, che determinarono la distruzione di otto carri su nove e la distruzione pressoché totale del battaglione di fanteria. Anche individualmente gli italiani in camicia nera seppero dare esempio di fortezza d'animo.
Non vedo l’ora di ricevere risposta circa la richiesta del foglio matricolare e del fascicolo militare, spero davvero di recuperarli.. mi chiedo quanto tempo ci vorrà. Sto preparando una lista di testi da acquistare o reperire, tra cui quelli da voi suggeriti, e spero di riuscire a trovare quelli di difficile reperibilità (es. Ettore Lucas-Giorgio De Vecchi, Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943. Roma, Giovanni Volpe Editore, 1976), con i preziosissimi consigli della sezione di questo forum dedicata; grazie ancora Patrizia.