TRASCRIZIONE:
Volevo che ci raccontasse un po' cosa è successo a fine dicembre del '42: dove eravate, cosa stavate facendo...
Scappavo, ero a Getreide e a Monastyrshchina. Eravamo attendati e aggregati all'8° Artiglieria, perché eravamo del Genio, ma non avevamo niente da fare e allora ci mandavano una Squadra di qua e una Squadra da un'altra parte.
Ma queste Squadre di quante persone erano composte?
Saranno state una quarantina... trenta, quaranta persone.
Trenta, quaranta persone per ogni Squadra?
Eravamo in trecento nella Compagnia e nel Battaglione eravamo mille circa (e millecento compresi gli autisti), che erano aggregati a noi. Ci saranno stati cinquanta autisti.
E stavate costruendo dei rinforzi e dei rifugi sul Don?
Sì, facevo dei locali come questo e anche più grandi. Si faceva un buco e poi si ricopriva con della terra.
Noi eravamo battaglioni autonomi, che venivano mandati dove occorreva.
Se eravamo qua con la Pasubio e occorrevamo alla Celere, si andava con la Celere. Si andava dove capitava, insomma.
La mia Squadra era con l'8° Artiglieria, su un'altura dove c'era un bosco di faggio.
Dormivamo e mangiavamo lì da loro e al mattino andavamo a fare la buca per la casa, la preparavamo e poi tornavamo indietro.
Le altre Compagnie non so dov'erano: saranno state a cinque chilometri una dall'altra.
Non ci siamo più visti!
Noi, vecchi, pronti a partire, avevamo versato tutto, non avevamo più niente e siamo rimasti là.
A un certo punto è arrivato un motociclista che ci ha detto: "Alt! Fermi tutti!" ed è stata finita.
Il capitano Barbetta era rimasto per quel motivo: era venuto per portare i complementi. È arrivato e noi dovevamo partire, ma siamo rimasti fermi.
Ma sono arrivati i complementi, allora?
Sono arrivati.
Voi non siete però riusciti a partire e siete dovuti restare lì?
Siamo rimasti lì, tutti, anche i complementi! Molti complementi sono stati presi dai Russi mentre scendevano dal treno.
Noi eravamo soli, eravamo una Squadra isolata, una trentina di uomini, soli.