Ringrazio Marco, sempre attento nel seguire il nostro sito.
Non so dare spiegazione del perché - nel citare l'episodio di Arbuzovka - di solito venga ricordato solo il carabiniere Giuseppe Plado Mosca, quando - secondo quanto si legge nella motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare - Mario Iacovitti fu non solo protagonista dell'azione che portò alla salvezza un certo numero di militari italiani accerchiati nella
valle della morte, ma ne fu il promotore, seguito dal noto carabiniere.
Per tutti gli interessati, inserisco i link grazie ai quali potrete leggere le motivazioni delle due Medaglie d'Oro a
Mario Iacovitti
e a
Giuseppe Plado Mosca
.
Sul flammiere Mario, ho trovato pochi altri dettagli in una
pagina web
, di cui copio-incollo di seguito la parte inerente al tema che ci interessa (dopo una sistematina all'impaginazione :-)
Iacovitti Mario, nato nel 1921 a Tufillo (Chieti)
Esperto meccanico si arruolò volontario a 18 anni presso l’Autocentro a Torino e nel maggio 1940 fu destinato al btg. chimico militare. Dopo la breve parentesi delle Alpi occidentali nel luglio 1941 partiva con la 1ª Compagnia del I Btg. Chimico “A” d’Armata, destinato a far parte del Corpo di Spedizione Italiano in Russia, rimanendovi per oltre un anno e mezzo. Durante il ripiegamento del dicembre 1942 Iacovitti fu protagonista, ad Arbusow, il cosiddetto Vallone della morte di un singolare atto di valore.
[...] <-- Ho tralasciato la motivazione della M.O.V.M., cui potete accedere tramite il link che ho inserito poche righe sopra.
Sopravvissuto alla prigionia, anche perché aveva imparato il russo, giunse a Milano fra i primi rientri, il 26 novembre 1945.
Aggiungo che nella
pagina web del sito dei Carabinieri
di cui avevo inserito il link nell'intervista a Fedele Dallari (come approfondimento dell'episodio di Arbuzovka), pagina che è contrassegnata in alto dal logo del Ministero della Difesa, il flammiere Mario è denominato Jacovitti (con la
J e non con la
I).
Trattandosi di una pagina con carattere di ufficialità, mi ero fidata... ma il post di Marco mi ha spinto a una verifica: nei siti del Quirinale e dell'
Istituto del Nastro Azzurro
il cognome di Mario è indicato con la
I.
Di conseguenza mi accingo alla necessaria modifica del testo dell'intervista, per correggere il cognome stesso.
Cambierò leggermente anche il testo della nota 10, per rendere il giusto merito a Mario.
Un saluto.
Patrizia
P.S.
Non entro nel merito di alcuni dettagli prettamente storici, che leggerete nelle due pagine web di cui ho fornito il link, quella da cui ho desunto le poche notizie su Mario Iacovitti e quella del sito dei Carabinieri. In quest'ultima, tuttavia, si legge che la Divisione Torino ebbe - solo ad Arbuzovka (almeno così ho interpretato il testo) - circa 25.000 perdite. Un'esagerazione.
Sottolineo che le nostre Divisioni al Fronte Russo non avevano in organico un tale numero di uomini.
Non sono bravissima, in proposito, ma secondo le mie informazioni ogni Divisione di Fanteria si aggirava sui 12.000 effettivi (a ranghi completi); un numero più alto era previsto per le Divisioni alpine (per esempio, il volume Catanoso/Uberti -
La Divisione alpina Cuneense al Fronte Russo - 1942-1943 - indica 16.000 uomini, tra ufficiali, sottufficiali e truppa).