Salve, Giovanni.
Non ha specificato quando il capitano Ferdinando Di Ninni fu assegnato alla Divisione Vicenza... Comunque vedrò di sintetizzare alcuni eventi di rilievo a essa inerenti.
Come noto la Grande Unità fu l’ultima a raggiungere il Fronte Orientale (tra il 20 settembre e il 10 ottobre '42). Poiché era previsto che svolgesse compiti di presidio nelle retrovie, partì senza il proprio Reggimento di Artiglieria.
Dia uno sguardo al
Quadro di Battaglia
dell’8ª Armata per rendersi conto dei reparti che componevano la Divisione.
Dopo un primo periodo trascorso nella zona compresa tra i fiumi Donec e Oskol, svolgendo attività anti-partigiana, la Vicenza fu trasferita nella zona di Rossoš’ (città sede del Comando di Corpo d’Armata alpino) e posta alle dipendenze del Corpo d’Armata medesimo. Intanto il generale Etelvoldo Pascolini prese il comando della Vicenza, sostituendo – l'8 dicembre 1942 – il generale Enrico Broglia.
È noto che l’
Operazione Piccolo Saturno investì a partire dal 16 dicembre ’42 le nostre Divisioni di Fanteria. Il II Corpo d’Armata (a sud del fiume Kalitva, con la Cosseria e la Ravenna) venne investito con violenza a partire dal giorno 11 (
fase di logoramento); per tamponare la falla e proteggere il fianco destro del Corpo d’Armata alpino la Julia fu dislocata a sud del Kalitva e posta agli ordini del XXIV Corpo corazzato germanico.
Parte della Divisione Vicenza, a partire dal 16 dicembre, andò così a posizionarsi là dove prima stava la Julia, fra la Tridentina e la Cuneense.
Per sopperire alla mancanza di artiglierie il Comando d’Armata le assegnò sei pezzi controcarro, mentre il CdA alpino provvide a fornire il personale per la costituzione di questa Batteria.
In aggiunta, alla Vicenza vennero assegnati anche il I e il III Gruppo del Reggimento Artiglieria a Cavallo (che dal 1° novembre era alle dipendenze del Corpo d’Armata alpino).
Il settore di competenza della Divisione venne suddiviso in due sottosettori (nord e sud), rispettivamente agli ordini del tenente colonnello Ezio Leonarducci e del tenente colonnello Mulattieri.
Ora veniamo alla dislocazione dei vari Battaglioni divisionali...
Per quanto so, il I/277° (rinforzato dalla Compagnia Cannoni Controcarro reggimentale da 47/32) fu destinato alla difesa di Rossoš’.
Il II/277° andò sul Don, mentre il III/277° (capitano Gherardini) prese il posto del Battaglione Pieve di Teco della Cuneense e si posizionò a Topilo, nelle retrovie di quest’ultima Grande Unità, mentre il Pieve di Teco andò a supportare il sottosettore sud.
Il Comando e il II Battaglione del 278° si collocarono in secondo scaglione nel settore-Vicenza, mentre il I e il III Battaglione del 278° vennero posti in secondo scaglione nel settore della Tridentina... che nel contempo cedette alla Vicenza i Battaglioni Morbegno (5° Reggimento alpini) e Vestone (6° Reggimento alpini). Essi andarono a rinforzare il sottosettore nord.
Al 21 dicembre il Comando divisionale della Vicenza si sistemò a Kurennoe.
I giorni successivi comportarono – per gli uomini della Vicenza sul Don – il respingimento di alcune azioni di pattuglia.
Con l’arrivo dei Sovietici a Rossoš’ (15 e 16 gennaio 1943) il I/277° e la Compagnia Cannoni reggimentale furono pressoché annientati: i superstiti cercarono di raggiungere il Comando di Divisione a Kurennoe.
L’avversario proveniva dalla direzione di Kantemirovka (città che era caduta già il 19.12.1942) ed era dotato di almeno una ventina di carri supportati da reparti di fanteria.
A seguito della caduta di Rossoš’ (16.01.43), il 17 gennaio l’intero Corpo d’Armata alpino cominciò ad arretrare.
Il sottosettore nord della Vicenza si diresse a Podgornoe; il sottosettore sud – come prima tappa – avrebbe invece dovuto raggiungere Popovka.
I reparti della Vicenza – che, come si è visto, erano stati assegnati alla Tridentina e alla Cuneense – in tale primissima fase rimasero con queste ultime Divisioni.
Il 18 gennaio i due Battaglioni del 278° Reggimento ceduti alla Tridentina tornarono in seno alla Vicenza, che a sua volta restituì il Morbegno e il Vestone.
Il Pieve di Teco, invece, continuò ad arretrare insieme alla Vicenza, mentre il III Battaglione del 277° – rimasto a Popovka con funzioni di retroguardia – nella notte tra il 19 e 20 gennaio verrà sopraffatto nella medesima località.
I pochi superstiti, fra cui il capitano Gabriele Gherardini, si accoderanno al 2° Reggimento alpini della Cuneense.
Per il ripiegamento in dettaglio della Divisione Vicenza, suggerisco la lettura del volume
La Divisione alpina Cuneense al Fronte Russo (1942-1943), di Carmelo Catanoso (allora comandante il Battaglione Pieve di Teco) e Agostino Uberti (all’epoca Capo di Stato Maggiore della Vicenza).
Entrambi gli ufficiali, catturati dai Sovietici, sopravvissero alla prigionia.
Il libro è pressoché introvabile, per cui – oltre a tenere sotto controllo siti come
Maremagnum – suggerisco di interpellare la sua biblioteca e chiedere di usufruire del prestito inter-bibliotecario.
Per aiutarla a creare mappe personalizzate, consiglio di servirsi anche del
sistema WebGis
disponibile nel sito
www.plini-alpini.net.
Infine, nonostante sia forse superfluo perché immagino lo abbia già consultato, segnalo anche il
sito
specifico dedicato alla Divisione Vicenza.
Saluti cordiali.
Patrizia