Film ITALIANI, BRAVA GENTE.

07/02/2014 21:08 #1 da TOMADINI MARIO
Film ITALIANI, BRAVA GENTE. è stato creato da TOMADINI MARIO
Buonasera, avrei piacere avere un vostro parere sul film in oggetto del quale avevo sentito parlare ma che ho visto per la prima volta lunedi sera sui RAI Storia. Avendo raccolto in un volume le memorie di un reduce di Russia (Divisione Julia- 8° Rgt.- Btg. Tolmezzo- 72a C.) e pur considerando che il film si basa su episodi e fatti avvenuti relativamente lontani dai luoghi di battaglia del Corpo d'Armata Alpino, ho notato che ben poco di quello che ho visto si basa sulla realtà. Va bene che essendo una co-produzione italo-sovietica non c'era da attendersi di meglio ma ho visto cose che ritengo abbastanza improbabili se non proprio assurde. Capisco anche il momento storico di piena Guerra Fredda (1965) durante il quale è stato girato un film che non ci sarebbe certo mancato.
Cordiali saluti, Mario Tomadini- Accademico Gruppo Italiano Scrittori di Montagna.

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08/02/2014 08:48 #2 da Patrizia Marchesini
Risposta da Patrizia Marchesini al topic Film ITALIANI, BRAVA GENTE.
Salve, Mario.

Purtroppo - sembra impossibile - non ho mai visto quel film. Ogni volta che danno Italiani, brava gente capita un impiccio che me ne impedisce la visione. Dovrò decidermi a noleggiarlo.

Il tema proposto è comunque di grande interesse. Dalla memorialistica, ma anche e soprattutto dai documenti della ex Unione Sovietica in materia di crimini di guerra, emerge un ritratto generalmente positivo in relazione al comportamento delle nostre truppe durante la guerra al Fronte Orientale: ridurre il discorso a semplici cifre sa di freddezza e di distacco, ma è indubbio che - come dichiarò anche il professor S.I. Filonenko, prorettore dell'Università Agraria Statale di Voronež, durante un convegno tenutosi a Roma nel novembre 2010 (convegno organizzato dall'università La Sapienza e dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito) - la percentuale di crimini di guerra addebitata ai militari italiani fu davvero minima.
I reduci raccontano di buoni - se non buonissimi - rapporti con la popolazione.

Italiani brava gente - per quanto riguarda la Campagna di Russia - sembra essere quindi una realtà e non una fama usurpata.
Anche se gli eserciti sono fatti di uomini e - fra tutti gli uomini del C.S.I.R. prima, e dell'Arm.I.R. poi - magari qualcuno un po' meno bravo ci sarà stato.
Era una guerra, e bisogna pensare a cosa una guerra comporta, non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia.
Il pedaggio pagato dalla popolazione civile fu altissimo... sappiamo come si comportarono i Tedeschi e che tipo di atteggiamento avessero verso gli Slavi in genere, ritenuti sub-umani.

Noi ci trovammo in mezzo a tutto questo, portando la nostra italianità e il nostro modo di essere, ed uscendo - sotto questo aspetto particolare - abbastanza a testa alta, nonostante gli eventi bellici classifichino la Campagna di Russia come una delle più devastanti sconfitte militari subite dalle nostre Forze Armate.

Personalmente, da quanto ho letto e ascoltato finora, mi sento di dire... sì, Italiani, brava gente...
Non bisogna sorvolare, però, su alcuni dettagli. Si potrebbe parlare a lungo, per esempio, delle difficoltà logistiche per quanto riguarda i rifornimenti alimentari ai nostri reparti, degli inconvenienti legati al mancato rispetto - da parte tedesca - degli accordi precedenti in materia di forniture... Giungendo al dunque bisogna ammettere che molti dei nostri soldati brontolavano, ritenendo il rancio insufficiente. E, se la fame si faceva sentire troppo, si arrangiavano.

Significa, in pratica, che - nella migliore delle ipotesi - si dedicavano al baratto per procurarsi del cibo; oppure che lo rubavano. In molti racconti saltano fuori episodi del genere. Ora, non si può mettere sullo stesso piano quanto compiuto sistematicamente dai nostri alleati, con il furto di alcune galline o di una mucca. Però non si può neppure dimenticare quali conseguenze un furto del genere - rubare una gallina o due, o un secchio di patate sa tanto di ragazzata - poteva avere nel menage di una famiglia che aveva poco altro per sfamarsi.
Non bisogna dimenticare la politica di sfruttamento del territorio operata dal Terzo Reich (gli Italiani non avevano giurisdizione nel loro settore, in tal senso): a parte le risorse inviate in Germania, più o meno tutto era catalogato, inventariato, ed è facile immaginare cosa potesse accadere quando qualcosa di conteggiato in precedenza risultasse mancante.

Una guerra è una guerra. Non siamo stati invasori pessimi ma - con tutte le attenuanti nei confronti dei nostri soldati e, soprattutto, le considerazioni non banali che si possono fare sulla nostra partecipazione alla Campagna di Russia, rimaniamo comunque invasori.

Perdonate se mi sono dilungata...

Patrizia Marchesini

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08/02/2014 09:38 #3 da TOMADINI MARIO
Risposta da TOMADINI MARIO al topic Film ITALIANI, BRAVA GENTE.
Buongiorno Patrizia e grazie per la sua cortese e sollecita risposta. Sono d'accordo con lei sulla differenza di comportamento tra italiani e tedeschi durante la Campagna di Russia e credo proprio, come ha correttamente ricordato, non si può certo paragonare il furto di una gallina, di una pecora o di una mucca, ad una continua e ideologica lotta di eliminazione fisica contro la popolazione civile iniziata già il 1 settembre 1939 con l'invasione nazista della Polonia e continuata per anni. L'asilo di Rossoch non è nato certo per caso ma è il frutto di un ricordo che a sua volta segue ad una condotta militare italiana che amo definire per lo meno umana. Nel film ho notato alcune cose che secondo molti reduci non sono vere quale, ad esempio, l'apporto dato dai Battaglioni di Camicie Nere che il film vorrebbe far apparire quasi come imboscati di retrovia pregni di ideologia fascista mentre sappiamo che hanno combattuto fino all'ultimo colpo anzi talvolta erano chiamati a risolvere situazione difficili, come pochi anni or sono mi ha personalmente testimoniato un fante della Divisione Ravenna. Dall'ideologia fascista mi dividono anni luce ma amo scoprire, per quanto possibile, la verità storica. Nel film si vede un colonnello italiano che ordina ai suoi mitraglieri di sparare sui tedeschi solo per non farli arrivare per primi in un ponte e questo per impedire che quel caposaldo venga conquistato dai germanici e non da noi. Se avrà modo di vedere il film, di sicuro noterà altri aspetti che susciteranno in lei più di una perplessità. Cordialmente, Mario Tomadini.

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08/02/2014 16:48 #4 da CASTIGLIONI
Risposta da CASTIGLIONI al topic Film ITALIANI, BRAVA GENTE.
Il film in questione lo considero un film “figlio degli anni sessanta”, attacco non troppo velato alla codardia e agli atti nefasti dei fascisti (Camicie Nere) , una velata (ma non troppo) attrazione verso il comunismo, la bontà al limite dell’ingenuità dei militari italiani, gli stereotipi del napoletano, del romano, del toscano ecct.
Come ricorda Patrizia eravamo in guerra, certamente la violenza gratuita non era la regola nel comportamento dei nostri Soldati, concordo inoltre sul giudizio sulle razzie di mucche, le galline ecct. Diverso è quello successo durante la ritirata (specialmente ad opera degli sbandati ) in alcuni casi avevano perso qualsiasi controllo e ne troviamo traccia nei racconti dei sopravissuti.
Riporto il finale di Patrizia
“Una guerra è una guerra. Non siamo stati invasori pessimi ma - con tutte le attenuanti nei confronti dei nostri soldati e, soprattutto, le considerazioni non banali che si possono fare sulla nostra partecipazione alla Campagna di Russia, rimaniamo comunque invasori”

Mi permetto di aggiungere una considerazione:
un altro film che è in linea con la disinformazione storica può essere “I Girasoli “, dove il soldato Marcello Mastroianni dopo essere stato salvato durante la ritirata da una ragazza russa decide di restare in Russia e la Loren rintraccia anche un altro ex militare il quale lascia intendere che siano parecchi i non tornati in Italia a essersi stabiliti in Russia come a voler ridimensionare il numero dei dispersi. Questo punto ritengo sia fondamentale, mio padre (sebbene fosse un reduce ),in quegli anni era convinto che ciò fosse fattibile ( 60000 dispersi= morti era difficile da immaginare…impossibile…..)
In un sito russo ho trovato una storia interessante, era una intervista ad una donna di un paese la quale ricordava la “grande guerra patriottica”, raccontava inoltre che nel 1943 in paese si era fermato un soldato italiano che non voleva più combattere, era stato sottratto dalla popolazione alla ricerca fatta dai partigiani per arrestarlo, quest’uomo “di cuore buono” per vivere si prestava a fare lavoretti per tutto il paese, falegname, muratore, senza mai dire il suo nome o parlare in Russo, alla fine della guerra non sapendo come giustificare la sua presenza in quei due anni , per non incorrere in sanzioni dei commissari politici si è deciso di portarlo fuori dal paese e eliminarlo.
Concludo che per avere una visione chiara dei fatti non ci si può basare sui film ma bisogna confrontarsi con i documentari, poiché i film sono essenzialmente narrativa con lo scopo di intrattenere.
Saluti
Marco

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08/02/2014 19:34 #5 da Patrizia Marchesini
Risposta da Patrizia Marchesini al topic Film ITALIANI, BRAVA GENTE.
Sono riuscita a vedere il film... è terminato da pochissimo su Rai Storia.

Che dire? Concordo con Mario Tomadini sul modo di presentare le Camicie Nere. Anch'io mi ritengo lontana dall'ideologia fascista (mi ritengo lontana da qualsiasi ideologia, a dire il vero) ma - per quanto ho potuto constatare finora dalle mie letture - le Camicie Nere di regola furono sempre presenti nei settori più caldi del fronte.

Basta leggere i resoconti della Prima Battaglia Difensiva del Don o documentarsi su quanto accadde - come accenna anche Mario Tomadini - nel dicembre 1942 nel settore del II Corpo d'Armata.

Condivido anche l'analisi di Marco Castiglioni sul fatto che il film presenta stereotipi in quantità. Inoltre, se consideriamo il punto di vista storico, alcuni dettagli mi hanno lasciata perplessa.
A un certo punto il colonnello comandante il reggimento dice "... è il 18 dicembre 1942..." e subito dopo ecco una scena un po' troppo idilliaca e quieta (sebbene il finale di questa scena abbia un risvolto drammatico).
Nonostante nel film non si parli mai di reparti specifici, è chiaro che il reggimento appartiene a una delle Divisioni partite con il C.S.I.R., visto che la narrazione ha inizio nel luglio 1941, con l'arrivo al Fronte Orientale del reggimento protagonista della storia. Siccome non si vede mai neppure un bersagliere, ovvio che tale reggimento di fanteria può essere soltanto della Pasubio o della Torino.
Il 18 dicembre 1942 entrambe queste divisioni erano sotto violenti attacchi sovietici... credo ci fosse poco tempo per dedicarsi alla caccia alla lepre, da ambo le parti (è il tema della scena suddetta).

Inoltre, sempre tenendo presente che questo reggimento poteva essere solo della Divisione Pasubio o della Torino, trovo poco aderente alla realtà che - quando i protagonisti sono in ripiegamento - vengano mostrati anche se solo per un attimo alcuni alpini che si incitano a vicenda in dialetto veneto: il Corpo d'Armata Alpino lasciò le proprie linee sul Don soltanto il 17 gennaio, quindi come potevano esservi alpini in mezzo alle colonne in ripiegamento del XXXV e/o del XXIX Corpo d'Armata?

Concludendo, il film ha cercato di offrire uno sguardo d'insieme sulle nostre truppe al Fronte Russo, senza curarsi troppo dei dettagli storici e puntando, invece, su certi cliché... anche se alcuni momenti non sono male.
E' comunque meglio, tutto sommato, de I girasoli...

Tante volte mi sono chiesta come mai nessun regista abbia tentato di realizzare un film decente sulla Campagna di Russia. Un film obiettivo, senza condizionamenti politici di sorta...

Mi sono dilungata una volta di più...

Saluti.

Patrizia

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09/02/2014 09:04 #6 da TOMADINI MARIO
Risposta da TOMADINI MARIO al topic Film ITALIANI, BRAVA GENTE.
Buongiorno, trovo corrette le analisi che avete fatto nei confronti del film. Credo che si possa definire se non proprio un pasticcio, almeno qualcosa di simile. Ricordiamoci che eravano nel 1965 e la produzione era italo-russa e questo, almeno in parte, può spiegare molte cose. Riguardo a I GIRASOLI penso che quel film ha avuto il demerito di dare una falsa speranza a tante famiglie che non sapendo nulla dei propri cari coltivavano una speranza che (anche se lo sappiamo con il senno di poi) non aveva motivo di essere. Io sono nato nel 1954 in una terra a vocazione alpina e mi ricordo perfettamente che molti miei coetanei portavano il nome degli zii o di altri parenti dispersi in Russia e a suo tempo ho udito molti discorsi che vertevano appunto su una permanenza volontaria in Russia di molti italiani e quel film ha purtroppo contribuito ad irrobustire tale ipotesi. Credo che il dolore e la disperazioni di tanti abbia trovato un appiglio proprio ne I GIRASOLI. Sono comunque certo della buona fede degli autori e del regista anche se probabilmente hanno sottovalutato il messaggio proposto dalla pellicola, Saluti, Mario Tomadini

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